da Pasto nudo – William S. Burroughs
La donna americana si è lasciata dietro una zaffata di veleno nell’umidità di una garden party a St. Louis.
Una piscina coperta di melma verde in un giardino francese in rovina. Enormi rane patiche si sollevano lentamente dall’acqua su una piattaforma di fango suonando il clavicembalo.
Un Sollubi irrompe nel bar e comincia a lucidare le scarpe del Santone col muco del naso… Il Santone gli sferra insolentemente un calcio in bocca. Il Sollubi strilla, gira come una trottola e la fa sui pantaloni del Santone. Poi fugge sulla strada. Un ruffiano lo segue
pensosamente con lo sguardo…
Il Santone chiama il direttore: — Gesù, Al, che razza di locale è questo? I miei Dégagées a spina di pesce nuovi fiammanti…
— Mi duole, Santone. Mi è sfuggito.
(I Sollubi sono una casta intoccabile in Arabia, noti per la loro spregevole bassezza. Caffè di lusso sono muniti di Sollubi che puliscono i clienti mentre mangiano — a tale scopo i sedili sono forniti di un foro. Quelli che vogliono essere completamente degradati e umiliati — al giorno d’oggi ce ne sono moltissimi che lo fanno sperando di essere i primi — si offrono per commercio omosessuale passivo in un accampamento di Sollubi… Non v’è nulla di simile, mi dicono… In effetti, i Sollubi sono portati a diventare ricchi ed arroganti e perdono la loro bassezza originaria. Qual è l’origine degli intoccabili? Forse una casta di preti decaduta. In effetti, gli intoccabili adempiono una funzione sacerdotale raccogliendo su di loro tutta la viltà umana.)
A.J. passeggia in giro per il Mercato in cappa nera con un avvoltoio appollaiato su una spalla. Si ferma a un tavolo di agenti.
«Questa dovete sentirla. Un ragazzo a Los Angeles età quindici anni. Il padre decide che è ora che il ragazzo abbia il suo primo pezzo di fica. Il ragazzo è sdraiato sul prato a leggere fumetti, il padre va fuori e dice: “Figliolo ecco venti dollari; voglio che tu vada da una buona puttana e abbia un po’ di fica da lei.”
«Allora prendono la macchina e vanno a questo bordello di lusso e il padre dice, “Va bene ragazzo. Adesso tocca a te. Suona il campanello e quando la donna viene tu dalle i venti dollari e dille che vuoi un pezzo di fica.”
«“Intesi, papà.”
«Così circa quindici minuti dopo il ragazzo esce:
«“Be’, ragazzo, hai avuto un pezzo di fica?”
«“Sì sì. Questa tizia viene alla porta, e io dico che voglio un pezzo di fica e le metto in mano il biglietto. Andiamo su nella sua tana, e lei si tira giù la biancheria. Allora io tiro fuori il mio serramanico e le taglio una gran fetta di culo, lei fa un casino tale che devo togliermi una scarpa e romperle la testa. Poi la scopo tanto per divertimento.”»
Rimangono solo le ossa a ridere, la carne se n’è andata oltre le colline lontano con il vento dell’alba e un fischio di treno. Non siamo all’oscuro del problema, e le necessità dei membri della nostra comunità sono sempre presenti alla nostra mente, perché questa è la
loro residenza e chi può rompere un contratto d’affitto per novantanove anni?
Un altro episodio delle avventure di Clem Snide il Buco del Culo Privato: «Allora entro nel locale, e questa prostituta femmina è seduta al bar, e io penso “Oh Dio, fai già la poule de luxe.” Voglio dire, è come se avessi già visto la tizia prima. Così non le faccio attenzione al principio, poi vedo che si sta strofinando le gambe una contro l’altra e si destreggia con i piedi in su dietro la testa e la spinge in giù a farsi un lavaggio intimo con un affare che le sporge dal naso in un modo che non si può fare a meno di notare.»
Iris — mezza cinese e mezza negra — tossicomane dedita alla deidro-ossi-eroina, si fa un’iniezione ogni quindici minuti per cui si lascia contagocce e aghi infilati in tutto il corpo. Gli aghi arrugginiscono nella pelle disseccata che, in qua e in là, ci è cresciuta sopra formando delle cisti lisce color verde bruno. Sul tavolo di fronte a lei c’è un samovar di tè e un pane di zucchero grezzo da venti libbre. Nessuno l’ha mai vista mangiare altro. Soltanto prima di un’iniezione essa ascolta ciò che uno le dice e risponde. Poi fa qualche osservazione piatta e oggettiva relativa alla sua persona.
«Il culo mi si sta chiudendo.»
«La mia vagina ha dei terribili liquidi verdi.»
Iris è uno dei pazienti di Benway. — Il corpo umano può vivere di solo zucchero, accidenti… Mi rendo conto che alcuni dei miei dotti colleghi, che tentano di sminuire il mio geniale lavoro, sostengono che io introduco nello zucchero di Iris clandestinamente vitamine e proteine… Sfido questi innominabili bischeri’ a strisciar fuori dalle loro latrine e ad analizzare minutamente il tè di Iris e il suo zucchero. Iris è una donna sanamente americana. Nego categoricamente che si nutra di seme. E consentitemi di cogliere questa occasione per dichiarare che io sono uno scienziato degno di stima, non un ciarlatano, né un pazzo o un finto taumaturgo… Non ho mai preteso che Iris potesse vivere soltanto di fotosintesi… Non ho detto che essa sia in grado di respirare biossido di carbonio espellendo ossigeno — confesso che sono stato tentato di fare l’esperimento ma naturalmente mi ha trattenuto la mia etica professionale… Per farla breve, le vili calunnie dei miei striscianti avversari si ritorceranno inevitabilmente su di loro e ritorneranno al punto di partenza come un piccione viaggiatore.
La donna americana si è lasciata dietro una zaffata di veleno nell’umidità di una garden party a St. Louis.
Una piscina coperta di melma verde in un giardino francese in rovina. Enormi rane patiche si sollevano lentamente dall’acqua su una piattaforma di fango suonando il clavicembalo.
Un Sollubi irrompe nel bar e comincia a lucidare le scarpe del Santone col muco del naso… Il Santone gli sferra insolentemente un calcio in bocca. Il Sollubi strilla, gira come una trottola e la fa sui pantaloni del Santone. Poi fugge sulla strada. Un ruffiano lo segue
pensosamente con lo sguardo…
Il Santone chiama il direttore: — Gesù, Al, che razza di locale è questo? I miei Dégagées a spina di pesce nuovi fiammanti…
— Mi duole, Santone. Mi è sfuggito.
(I Sollubi sono una casta intoccabile in Arabia, noti per la loro spregevole bassezza. Caffè di lusso sono muniti di Sollubi che puliscono i clienti mentre mangiano — a tale scopo i sedili sono forniti di un foro. Quelli che vogliono essere completamente degradati e umiliati — al giorno d’oggi ce ne sono moltissimi che lo fanno sperando di essere i primi — si offrono per commercio omosessuale passivo in un accampamento di Sollubi… Non v’è nulla di simile, mi dicono… In effetti, i Sollubi sono portati a diventare ricchi ed arroganti e perdono la loro bassezza originaria. Qual è l’origine degli intoccabili? Forse una casta di preti decaduta. In effetti, gli intoccabili adempiono una funzione sacerdotale raccogliendo su di loro tutta la viltà umana.)
A.J. passeggia in giro per il Mercato in cappa nera con un avvoltoio appollaiato su una spalla. Si ferma a un tavolo di agenti.
«Questa dovete sentirla. Un ragazzo a Los Angeles età quindici anni. Il padre decide che è ora che il ragazzo abbia il suo primo pezzo di fica. Il ragazzo è sdraiato sul prato a leggere fumetti, il padre va fuori e dice: “Figliolo ecco venti dollari; voglio che tu vada da una buona puttana e abbia un po’ di fica da lei.”
«Allora prendono la macchina e vanno a questo bordello di lusso e il padre dice, “Va bene ragazzo. Adesso tocca a te. Suona il campanello e quando la donna viene tu dalle i venti dollari e dille che vuoi un pezzo di fica.”
«“Intesi, papà.”
«Così circa quindici minuti dopo il ragazzo esce:
«“Be’, ragazzo, hai avuto un pezzo di fica?”
«“Sì sì. Questa tizia viene alla porta, e io dico che voglio un pezzo di fica e le metto in mano il biglietto. Andiamo su nella sua tana, e lei si tira giù la biancheria. Allora io tiro fuori il mio serramanico e le taglio una gran fetta di culo, lei fa un casino tale che devo togliermi una scarpa e romperle la testa. Poi la scopo tanto per divertimento.”»
Rimangono solo le ossa a ridere, la carne se n’è andata oltre le colline lontano con il vento dell’alba e un fischio di treno. Non siamo all’oscuro del problema, e le necessità dei membri della nostra comunità sono sempre presenti alla nostra mente, perché questa è la
loro residenza e chi può rompere un contratto d’affitto per novantanove anni?
Un altro episodio delle avventure di Clem Snide il Buco del Culo Privato: «Allora entro nel locale, e questa prostituta femmina è seduta al bar, e io penso “Oh Dio, fai già la poule de luxe.” Voglio dire, è come se avessi già visto la tizia prima. Così non le faccio attenzione al principio, poi vedo che si sta strofinando le gambe una contro l’altra e si destreggia con i piedi in su dietro la testa e la spinge in giù a farsi un lavaggio intimo con un affare che le sporge dal naso in un modo che non si può fare a meno di notare.»
Iris — mezza cinese e mezza negra — tossicomane dedita alla deidro-ossi-eroina, si fa un’iniezione ogni quindici minuti per cui si lascia contagocce e aghi infilati in tutto il corpo. Gli aghi arrugginiscono nella pelle disseccata che, in qua e in là, ci è cresciuta sopra formando delle cisti lisce color verde bruno. Sul tavolo di fronte a lei c’è un samovar di tè e un pane di zucchero grezzo da venti libbre. Nessuno l’ha mai vista mangiare altro. Soltanto prima di un’iniezione essa ascolta ciò che uno le dice e risponde. Poi fa qualche osservazione piatta e oggettiva relativa alla sua persona.
«Il culo mi si sta chiudendo.»
«La mia vagina ha dei terribili liquidi verdi.»
Iris è uno dei pazienti di Benway. — Il corpo umano può vivere di solo zucchero, accidenti… Mi rendo conto che alcuni dei miei dotti colleghi, che tentano di sminuire il mio geniale lavoro, sostengono che io introduco nello zucchero di Iris clandestinamente vitamine e proteine… Sfido questi innominabili bischeri’ a strisciar fuori dalle loro latrine e ad analizzare minutamente il tè di Iris e il suo zucchero. Iris è una donna sanamente americana. Nego categoricamente che si nutra di seme. E consentitemi di cogliere questa occasione per dichiarare che io sono uno scienziato degno di stima, non un ciarlatano, né un pazzo o un finto taumaturgo… Non ho mai preteso che Iris potesse vivere soltanto di fotosintesi… Non ho detto che essa sia in grado di respirare biossido di carbonio espellendo ossigeno — confesso che sono stato tentato di fare l’esperimento ma naturalmente mi ha trattenuto la mia etica professionale… Per farla breve, le vili calunnie dei miei striscianti avversari si ritorceranno inevitabilmente su di loro e ritorneranno al punto di partenza come un piccione viaggiatore.
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