Gino Severini, Femme cousant, 1907
da Il libro dell’inquietudine – Fernando Pessoa
115.
Che mi importa se nessuno legge quello che scrivo? Lo scrivo per
distrarmi dal vivere e lo pubblico perché il gioco ha questa regola. Se
domani si perdessero tutti miei scritti, soffrirei, ma, sono convinto,
non con un dolore violento e folle come si potrebbe supporre, visto che
tutta la mia vita era lì. Sicuramente no, poiché la madre pochi mesi
dopo la morte del figlio, ride di nuovo e torna ad essere la stessa. La
grande terra che serve il morto servirebbe, meno maternamente, questi
scritti. Niente è importante, e sono sicuro che sia esistito chi ha
considerato la vita, senza possedere molta pazienza con quel bambino
sveglio, e abbia desiderato molto la quiete di quando il piccolo, alla
fine, è andato a dormire.
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