Pippo Rizzo - Il tavolo del maresciallo, 1957
da Una storia semplice – Leonardo SciasciaIl brigadiere disse: «Signorsì», uscì a ritrovare la macchina di pattuglia con cui era venuto e che era ritornata. Ma poiché il questore lo aveva indispettito, ed essendo quasi del tutto sprovvisto di quel che si suol chiamare spirito di corpo - cioè del considerare parte maggiore del tutto il corpo cui apparteneva, di ritenerlo infalli-bile e, nella eventuale fallibilità, intoccabile, traboccante di ragione soprattutto quando aveva torto - ebbe una beffarda idea.
Nell'automobile con cui il colonnello era venuto, seduto al volante stava il brigadie-re (dei carabinieri) che la guidava. Il nostro brigadiere andò a sederglisi a lato, che lo conosceva bene anche se senza confidenza: e gli raccontò tutto quel che sapeva del caso, tutti i suoi sospetti. Gli indicò anche, alle porte dei magazzini, quei catenacci nuovi, lucidi; e se ne tornò in ufficio come alleggerito, a scrivere in due ore e passa quel che al suo pari grado aveva raccontato in cinque minuti. Così, tornando in città, il colonnello dei carabinieri seppe dal suo brigadiere quel che ci voleva per rendere il caso più complicato di quanto il questore desiderasse.
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