Catherine Nolin - Tree of life
Ode all’ape - Pablo
Neruda
Moltitudine
di api!
Entra
ed esce
Dal
carminio, dall’azzurro,
dal
giallo,
dalla
più tenera
morbidezza
del mondo:
entra
in
una
corolla
precipitosamente,
per
affari, esce
con
un vestito d’oro
e
gli stivali
gialli.
Perfetta
Dalla
cintura,
con
l’addome rigato
da
sbarre scure,
la
testolina
sempre
pensierosa
e
le
ali
bagnate:
entra
in
tutte le finestre odorose,
apre
le
porte della seta,
penetra
nei talami
dell’amore
più fragrante,
inciampa
in
una
goccia
di
rugiada
come
in un diamante
e
da tutte le case
che
visita
estrae
il
miele
misterioso,
ricco
e pesante
miele,
spesso aroma,
liquida
luce che cade a goccioloni,
finchè
al suo
palazzo
collettivo
ritorna
e
nelle gotiche merlature
deposita
il
prodotto
del
fiore e del volo,
il
sole nuziale serafico e segreto!
Moltitudine
d’api!
Elevazione
sacra
Dell’unità,
collegio
palpitante!
Ronzano
sonori
numeri
che
lavorano
il
nettare,
passano
veloci
gocce
d’ambrosia:
è
la siesta
dell’estate
nelle verdi
solitudini
di
Osorno. Sopra
il
sole inchioda le sue lance
nella
neve,
risplendono
i vulcani,
ampia
come
i
mari
è
la terra,
azzurro
è lo spazio,
ma
c’è
qualcosa
che
trema, è
il
bruciante
cuore
dell’estate,
il
cuore di miele
moltiplicato,
la
rumorosa
ape,
il
crepitante
favo
di
volo e oro!
Api,
lavoratrici
pure,
ogivali
operaie,
fine,
scintillanti
proletarie,
perfette,
temerarie
milizie
che
nel combattimento attaccano
con
pungiglione suicida,
ronzate,
ronzate
sopra
i
doni della terra,
famiglia
d’oro,
moltitudine
del vento, scuotete l’incendio
dei
fiori,
la
sete degli stami,
l’acuto
filo
di
odore
che
raccoglie i giorni,
e
propagate
il
miele
oltrepassando
i
continenti umidi, le isole
più
remote del cielo
dell’ovest.
Sì:
la
cera innalzi
statue
verdi,
il
miele
sparga
lingue
infinite,
e
l’oceano sia
un
alveare,
la
terra
torre
e tunica
di
fiori,
e
il mondo
una
cascata,
chioma,
crescita
inesauribile
di
favi!
Trad.
Giovanni Battista De Cesare
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