dipinto di Paul Laurenzi
Una ragazzina del popolo, una di quelle personalità fisiche definite
fino in fondo, non vistose, di cui ci si accorge a poco a poco,
scoprendovi una assoluta eleganza naturale. Avrà avuto diciott’anni. A
parte i fuggevoli sguardi alle vetrine, procedeva tenendo la testa
dritta e ferma, come se guardasse diritto dinanzi a sé, senza neppure
vedere coloro che le venivano incontro.
Antonio rallentò il passo, per poter continuare a seguirla. Dai lontani
tempi di quand’era studente, non aveva mai pedinato o fermato donne per
la strada, e anche allora raramente, quattro o cinque volte in tutto:
non già perché non gli sarebbe piaciuto farlo, ma per una timidezza
invincibile, convinto com’era che non sarebbe potuto piacere. Le
pochissime esperienze del genere fatte da ragazzo erano state del resto
infelici. Proprio per quel complesso di inferiorità, Antonio, che in
compagnia degli amici sapeva essere spiritoso e degagé, nell’abbordare
una donna diventava un perfetto cretino, non trovava le parole,
balbettava, e la sua voce, per l’imbarazzo, prendeva un tono falso,
duro, scostante. Se ne accorgeva benissimo, mentre le parole gli
uscivano dalle labbra, ma era più forte di lui. Neppure stavolta egli
pensò vagamente alla possibilità di un abbordaggio.
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