Cela te stesso con maschere e con trucchi,
stringi gli occhi come chi vede male,
che dal tuo volto mai si distingua
dove sono il tuo essere, il tuo crollo.
Ultime luci, lungo bui giardini,
il cielo un rovinio di notti e incendi –
célati: dove lacrimi o resisti,
la carne ove ciò si compie non si veda.
Le scissioni, la crepa e i passaggi,
il nocciolo dentro cui vieni annientato
célali, come se i tuoi canti di lontano
venissero da una gondola vicina.
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