foto di Roberto Tagliani - fotocommunity
Autobiografia - Excilia SaldañaTanto per cominciare deve sapere tutto
non vale più la pena di mantenere il segreto.
Nacqui un 7 di agosto del 1946
un anno e un giorno dopo il fatto di Hiroshima
(ricorda? una bravata dei nostri vicini).
Nacqui perché non c’era l’aborto
e perché fui testarda anche in questo
mio padre un ragazzo stravagante
(cos’ si diceva allora quando il figlio
di famiglia veniva fuori un magnaccia)
infine non fu colpa sua
come neppure il fatto che fumasse marijuana
giocasse e fornicasse
si immagini le circostanze
mia madre tremante
il buco,
Il fatto è – come le dicevo –
che mio padre era un poco stravagante...
e che io nacqui.
Quando mi videro tutti vollero dire la loro:
mia madre, medico
mia nonna, maestra,
il cane abbaiò
(non so se anche lui voleva che fossi cagna...)
Crebbi grassa e strabica
abominevolmente tonta
samaritana di vocazione
sorella della carità, angelo custode
di uccelli, scarafaggi e mendicanti
e un bel giorno quando tutto indicava
il mio futuro di negra mezza-tacca
trionfò la Rivoluzione, sì
so che lei conosce la Riforma Agraria e il Socialismo.
non è di questo che voglio parlare
ma della mia piccola vita anonima
a collezionare biglie e francobolli
ascoltando le discussioni dei grandi
voglio dirle che io non capivo nulla
ma mi eccitava la voce rauca di Fidel
voglio dire che mio padre mi diede uno schiaffone
(sa cosa significa questo
quando non si è mai ricevuto una carezza?)
il giorno che gridai Patria o Morte!
voglio dirle che gli uccelli azzurri sono in muta
che c’è un lutto ingiustificato in quest’alba di astio
che c’è tanta ira di dei
e tanto e tanto s’è perso
e tanto
e ancora di più.
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