Ti trascino
per i varchi della mia incostanza
afferrandoti per il braccio
su cui è tatuato il disappunto
e cerco nel tuo volto i segni
del disagio, con un timore dentro
che scorgo ad ogni lampo di coscienza.
Con incroci di addii
ho progettato il calvario della notte
e ho bendato il pensiero che dorme
perché non senta il dramma
del risveglio.
Ma al di là di ogni parola c'è
un silenzio, al di là di ogni sguardo
un altro cielo
e tu ridi
camminando sul filo del tuo sogno
e poi cedi, ridendo, ad un pianto improvviso
mentre dita confuse fra il ritrarsi e il cercare
svelte tornano al braccio
ad impedire il volo.
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