21 aprile 2018

L'Italia fascista – Pier Paolo Pasolini

L'Italia fascista – Pier Paolo Pasolini

La voce di Dante risuonava in aule disperate.
Poveri uomini erano incaricati a insegnare
come essere eroi, nelle palestre;
nessuno ci credeva.
Poi le piazze si riempivano di questi increduli;
bastavano due stanghe, un tavolato
della cattiva tela colorata di rosso
di bianco e di verde; e di nero; bastavano
pochi simboli straccioni, aquile e fasci di legno o stagno
mai spettacolo fu più economico
che una parata in quei tempi.
I vecchi e i giovani di comune accordo
desideravano grandiosità e grandezza;
migliaia di ragazzi sfilavano,
alcuni di loro “scelti”, altri semplice truppa;
come in una stasi perduta in mezzo ai secoli
erano mattine di maggio o di piena estate
e il mondo rurale intorno
L’Italia era come una povera isola in mezzo a nazioni
dove l’agricoltura era in declino,
e il poco grano era un oceano immenso
dove cantavano tordi, allodole, gli attoniti uccelli del sole.
Le adunate si scioglievano sui palchi
cadeva la brezza
e tutto era vero,
le bandiere continuavano a sventolare
al vento che non le riconosceva.

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