Dipinto di Ubaldo Oppi
Una dedizione – Amalia Guglielminetti
Cómpiasi dunque ciò ch'è ne' tuoi voti.
Io cedo, m'abbandono, m'annïento:
tu, come impetüosa ala di vento,
m'investi, mi travolgi, mi riscuoti.
Voglio che la vertigine mi ruoti
a torno a torno con fulgor di cento
faci e la voluttà folle un momento
m'arda, mi strugga sui suoi roghi ignoti.
Più non m'apparterrò. Sarò la cosa
chiusa nel pugno del dominatore,
pel bene ch'egli spera e il mal ch'egli osa.
Ma, calmata l'angoscia dei desii
torbidi, tu, se non vuoi farmi orrore,
fuggi, e il tuo volto ed il tuo nome io oblii.
Io cedo, m'abbandono, m'annïento:
tu, come impetüosa ala di vento,
m'investi, mi travolgi, mi riscuoti.
Voglio che la vertigine mi ruoti
a torno a torno con fulgor di cento
faci e la voluttà folle un momento
m'arda, mi strugga sui suoi roghi ignoti.
Più non m'apparterrò. Sarò la cosa
chiusa nel pugno del dominatore,
pel bene ch'egli spera e il mal ch'egli osa.
Ma, calmata l'angoscia dei desii
torbidi, tu, se non vuoi farmi orrore,
fuggi, e il tuo volto ed il tuo nome io oblii.
Nessun commento:
Posta un commento