Opinioni di un clown - Heinrich Boll
Era
già buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio
arrivo quel ritmo di automaticità che si è venuto a creare in cinque
anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire
altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla
tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola
dei giornali, comprare le edizioni della sera, uscire,
far cenno a un tassì. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da
qualche luogo, la mattina ho disceso e salito scale di stazioni, il
pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un
tassì, ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la
corsa, ho comperato giornali della sera alle edicole e, in un angolo
riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di
questo automatismo. Da quando Maria mi ha lasciato per sposare Züpfner,
quel cattolico, il ritmo è diventato ancor più meccanico, senza perdere
in scioltezza.
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