Edgar Degas - Ballerina in posa per il fotografo, 1875 circa, olio su tela, cm 65x50, Museo Puskin, Mosca
da Un amore – Dino Buzzati
Ed ecco, mentre Antonio seguiva con gli occhi la esemplificazione di Vassilievski, irruppero da destra i folletti. Al momento lui non se ne accorse nemmeno.
Erano otto ballerine. Dopo essere avanzate a rapidissimi passettini sulle punte, si misero a roteare su se stesse con capriole laterali, poggiando ora i piedi ora le mani, così da fare un giro tondo.
Immediatamente Antonio la vide. Aveva raccolto i capelli a chignon sopra la nuca, anche lei non aveva rossetto, con quella faccia stralunata e diversa che hanno le donne quando si alzano al mattino, addirittura insignificante.
Dalla faccia, probabilmente lui non l’avrebbe neanche riconosciuta. E non la identificò neppure per il corpo, che poteva confondersi facilmente con quello delle compagne, di statura uguale e altrettanto smilze.
La riconobbe da quel suo caratteristico portamento, dinoccolato, fiero e dispettoso. Delle otto era l’unica che eseguisse le capriole pressappoco, quasi svogliatamente, senza proiettare verticalmente le braccia e le gambe in alto, con alterna successione, ma accennando appena. Quasi volesse intendere: per me queste qui sono sciocchezze, non è il caso di impegnarsi, io so ben fare questo e altro.
Ed ecco, mentre Antonio seguiva con gli occhi la esemplificazione di Vassilievski, irruppero da destra i folletti. Al momento lui non se ne accorse nemmeno.
Erano otto ballerine. Dopo essere avanzate a rapidissimi passettini sulle punte, si misero a roteare su se stesse con capriole laterali, poggiando ora i piedi ora le mani, così da fare un giro tondo.
Immediatamente Antonio la vide. Aveva raccolto i capelli a chignon sopra la nuca, anche lei non aveva rossetto, con quella faccia stralunata e diversa che hanno le donne quando si alzano al mattino, addirittura insignificante.
Dalla faccia, probabilmente lui non l’avrebbe neanche riconosciuta. E non la identificò neppure per il corpo, che poteva confondersi facilmente con quello delle compagne, di statura uguale e altrettanto smilze.
La riconobbe da quel suo caratteristico portamento, dinoccolato, fiero e dispettoso. Delle otto era l’unica che eseguisse le capriole pressappoco, quasi svogliatamente, senza proiettare verticalmente le braccia e le gambe in alto, con alterna successione, ma accennando appena. Quasi volesse intendere: per me queste qui sono sciocchezze, non è il caso di impegnarsi, io so ben fare questo e altro.
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