Edgar Degas - scena di balletto, 1879
da Un amore – Dino Buzzati
Senza che loro ne avessero il più lontano sospetto, era tutta una ostentazione, un’offerta, un invito al congiungimento carnale. Quelle bocche socchiuse, quelle bianche e tenere ascelle spalancate, quelle gambe divaricate allo spasimo, quel protendere avanti il petto in atto di olocausto, quasi gettandosi fra le braccia ardenti di un invisibile e insaziabile dio. Con geniale sapienza i grandi coreografi avevano stilizzato questo fenomeno sessuale in
atteggiamenti apparentemente casti e accettabili da tutti. Ma dentro permaneva la carica. Cosicché, per uno che sapesse vedere, una sequenza di passi classici riusciva di gran lunga più forte che la lubrica danza del ventre di una spogliarellista di night. Erano cose che naturalmente nessuno osava confessare a voce o scrivere, per quella generale e folle congiura di ipocrisia che nasconde il mondo dell’amore.
Senza che loro ne avessero il più lontano sospetto, era tutta una ostentazione, un’offerta, un invito al congiungimento carnale. Quelle bocche socchiuse, quelle bianche e tenere ascelle spalancate, quelle gambe divaricate allo spasimo, quel protendere avanti il petto in atto di olocausto, quasi gettandosi fra le braccia ardenti di un invisibile e insaziabile dio. Con geniale sapienza i grandi coreografi avevano stilizzato questo fenomeno sessuale in
atteggiamenti apparentemente casti e accettabili da tutti. Ma dentro permaneva la carica. Cosicché, per uno che sapesse vedere, una sequenza di passi classici riusciva di gran lunga più forte che la lubrica danza del ventre di una spogliarellista di night. Erano cose che naturalmente nessuno osava confessare a voce o scrivere, per quella generale e folle congiura di ipocrisia che nasconde il mondo dell’amore.
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