dipinto di Salvatore Fiume
Deserto di eros - Marcelle Koutchoukalo TchassimPlanare nelle arie dei miei sogni
Passeggiare sulla bruma della mia essenza
Percorrere i prati sognanti della mia giovinezza
Contemplare i miraggi di focolari in semenza
Frugare in silenzio i tagli delle donne
Gemere nel loro cuore tramortito dalla sofferenza
di una vita impastata di amarezza e sopportazione
Nascosta nell’ombra dei rimpianti e della solitudine in cadenza.
La mia odissea sentimentale
riversata nel fangoso stagno
dai coccodrilli viziosi e canaglie
Mai rivivere l’amore dei prati della mia giovinezza
crollati. Il battello sognatore di sentimenti nubili
I clamori oceanici che cullavano i miei sogni puerili
dei miei calori prematuri confidenti sottili
Estasiarsi nelle mie notti fantasmagorici abbracci
L’amore deserto del mondo dalle gambe aperte
Addomesticare il verde sensazionale dei giardini disseminati
I musi ipocritamente girati
Amore verso il basso ventre attorcigliato
affettuosamente mortale e velenoso
Amore ingenuo che non sussiste ai tormenti maliziosi
Afflizioni disoneste di astuti tori
Principi azzurri scherzosi e festaioli
Trasportate nelle praterie delle diavole
Un’avventura incerta, sonnambulica
Campi restaurano desideri
carnali, degli occhi, del cuore, del mondo, esorbitanti
Parure magnifiche, scintillanti, seducenti
Silhouette magiche, luminose, cangianti, eccitanti
Vento in poppa scintillante e lussureggiante
L’amore deserto nell’abisso che risucchia
II
L’amore agápe mortificato
L’amore altruista strangolato
La regola d’oro di mia madre superbamente sovrastata
Le virtù comunitarie immolate
Il trono del vivere insieme estromesso
dalla mia civiltà puttana egocentrica eretta
Meravigliosamente in stand-by di una insensibilità
divoratrice dei miei costumi pietosamente smussati
L’amore agápe deluso
Il mostro dell’ego sommerso acuto
della mia giungla posticcia
Lasciare eredi fantocci
Costruire le armi del mio destino
Del dio sole carbonizzare
i miserabili misteriosamente avvolti
nella loro postura di eterni sacrificati.
Traduzione di Michela Mengoli
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