Sarpedonte
C'era quel fossato,
tutt'attorno al muro che gli Achei avevano costruito per difendere le loro
navi. Ettore ci gridava di passarlo, ma i cavalli non ne volevano sapere,
puntavano gli zoccoli e nitrivano, erano terrorizzati. Le sponde erano ripide e
gli Achei avevano piazzato pali aguzzi sui bordi. Pensare di passare da lì, coi
nostri carri, era una follia. Polidamante lo disse, a Ettore, gli disse che
scendere là dentro era troppo rischioso, e se gli Achei avessero
contrattaccato?, ci saremmo trovati proprio in mezzo al fossato, in trappola, e
sarebbe stata una carneficina. L'unica era scendere dai carri, lasciarli prima
del fossato e attaccare a piedi. Ettore gli diede ragione. Scese lui stesso dal
carro e Ordinò a tutti di fare altrettanto. Ci schierammo in cinque gruppi.
Ettore comandava il primo. Paride il secondo. Eleno il terzo. Enea il quarto.
Il quinto era il mio. Eravamo pronti ad attaccare, ma la verità era che
qualcosa ci tratteneva ancora lì, sul bordo del fossato, esitanti. E fu proprio
in quel momento che apparve nel cielo un'aquila, volava alta sopra di noi, e
stringeva tra gli artigli un enorme serpente, sanguinante ma ancora vivo. E a
un certo punto il serpente si rigirò e morse al petto l'aquila, proprio vicino
al collo; e lei trafitta dal dolore lasciò la preda, quasi la buttò via,
proprio in mezzo a noi, e se ne volò lontano, con strida acute e orribili.
Guardammo cadere quel serpente, maculato, e poi lo vedemmo a terra, in mezzo a
noi: e rabbrividimmo, tutti. Polidamante corse da Ettore e gli disse "Hai
visto, l'aquila?, proprio mentre stavamo per scendere nel fossato è volata su
di noi, e l'hai vista?, ha dovuto mollare la sua preda, non è riuscita a
portarla al nido, ai suoi piccoli. Sai cosa ci direbbe un indovino, Ettore? Che
anche noi crediamo di avere in pugno la preda, ma quella ci sfuggirò. Magari arriveremo
alle navi ma non riusciremo a prenderle e a quel punto, una volta superato il
fossato, una ritirata diventerebbe un massacro". Ettore lo guardò furibondo.
"Polidamante, tu stai scherzando o forse sei impazzito. Io credo alla voce
di Zeus, non al volo degli uccelli. E quella voce mi ha promesso la vittoria.
Uccelli... L'unico presagio in cui credo è la volontà di combattere per la
patria. Tu hai paura, Polidamante. Ma non devi preoccuparti: se anche morissimo
tutti sotto quel muro, tu non rischi niente: perché non ci arriveresti, laggiù,
codardo come sei." E poi si mise ad avanzare, verso il fossato,
trascinando tutti noi.
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