foto di Svetlana Lebedeva
Sonetti a Orfeo – Rainer Maria Rilke
2
VII
Fiori, voi così affini alle mani che vi dispongono,
(mani di fanciulle di un tempo e di ora)
adagiati da un angolo all'altro sul tavolo, in giardino,
voi deboli ormai per le tenere ferite,
attendete che l'acqua per una volta ancora
vi sollevi dalla morte che s'insinua e ora
risorgete tra i poli scroscianti di sensibili dita;
dita benefiche che hanno cura di voi
più di quanto presagiste quando, lievi,
vi ritrovaste nella brocca, esalando lentamente
tepori di fanciulle, quasi confessioni,
quasi torbidi, estenuanti peccati d'avervi reciso,
come in un contatto che infine di nuovo
vi unisce, mentre loro fiorendo si legano a voi.
VII
Fiori, voi così affini alle mani che vi dispongono,
(mani di fanciulle di un tempo e di ora)
adagiati da un angolo all'altro sul tavolo, in giardino,
voi deboli ormai per le tenere ferite,
attendete che l'acqua per una volta ancora
vi sollevi dalla morte che s'insinua e ora
risorgete tra i poli scroscianti di sensibili dita;
dita benefiche che hanno cura di voi
più di quanto presagiste quando, lievi,
vi ritrovaste nella brocca, esalando lentamente
tepori di fanciulle, quasi confessioni,
quasi torbidi, estenuanti peccati d'avervi reciso,
come in un contatto che infine di nuovo
vi unisce, mentre loro fiorendo si legano a voi.
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