14 aprile 2018

da “La bella estate” – Cesare Pavese

Aldo Balding - Nude in-studio
da “La bella estate” – Cesare Pavese

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Ginia chiese se disturbavano e Guido le diede un'occhiata che la lasciò perplessa. Vicino al caminetto c'era una catasta di legna. Intanto Amelia andò al sofà e si sedette, dicendo tranquilla che faceva freddo. - Dipende dal sangue, - brontolò Rodrigues dal caminetto.
Ginia pensava chi potesse mai venire quella sera, che accendevano persino il fuoco. Ancora ieri quella legna non c'era. Nessuno parlò per un momento, e lei si vergognava della sfacciataggine di Amelia. Quando la fiamma ebbe attaccato, Guido disse a Rodrigues senza voltarsi: - Tira sempre -. Amelia scoppiò a ridere come una scema, e anche Rodrigues fece una smorfia di piacere. Poi Guido si alzò e spense la luce. La stanza divenne un'altra, piena d'ombre che ballavano.
- Noialtri insieme siamo sempre quelli, - disse Amelia dal sofà. - Come si sta bene.
- Mancano solo le castagne, - disse Guido. - Il vino c'è.
Ginia allora si tolse il cappello, felice, e disse a tutti che le castagne le vendeva arrostite la vecchia sull'angolo.
- Tocca a Rodrigues, - disse Amelia.
Ma Ginia corse lei giù dalle scale, perché era contenta che non fossero più offesi. Dovette girare al freddo un pezzo, perché la vecchia non c'era, e girando pensava che una cosa simile Amelia non l'avrebbe fatta per nessuno. Quando rientrò era trafelata. Nella stanza che ballava, vide Rodrigues, rannicchiato in fondo al sofà come una volta, ai piedi di Amelia distesa. E Guido in piedi, nell'ombra rosseggiante, che parlava e fumava.
Avevano già riempito i bicchieri, e chiacchieravano di quadri. Guido diceva della collina che voleva fare, e che aveva in mente di trattarla come una donna distesa con le poppe al sole, e darle il fluido e il sapore che sanno le donne.
Rodrigues disse: - Già fatto. Cambia. Già fatto.
Allora si attaccarono se era vero che questa pittura era già stata fatta, e mangiavano le castagne e gettavano le bucce nel caminetto. Amelia le gettava per terra. Un bel momento
Guido disse: - Ma no che nessuno ha mai fatto le due cose insieme. Io ti prendo una donna e te la stendo come fosse una collina in cielo neutro.
- Pittura simbolica. Allora fai la donna e non fai la collina, - disse Rodrigues arrabbiato.
Ginia non se ne accorse lì per lì, ma un bel momento ecco che Amelia si era offerta di posare per Guido, e Guido non diceva di no.
- Con questo freddo? - chiese Ginia.
Non le risposero neanche e si misero a discutere dove portare il sofà per conciliare la luce e il calore del fuoco.
- Ma Amelia è malata, - disse Ginia.
- E con questo? - scattò Amelia. - Il mio lavoro è di non muovermi.
- Sarà un quadro morale, - disse Rodrigues, - sarà il quadro più morale del mondo.
Risero e ne dissero di tutti i colori e Amelia, che per prudenza non beveva, finì per chiederne un bicchiere e spiegò che poi bastava lavarlo con acqua e sapone. Disse che faceva così anche in casa, e spiegò a Guido la cura che quel dottore le faceva e scherzarono sulle iniezioni, e Amelia disse che stesse tranquillo perché la pelle lei l'aveva sana. Ginia per vendicarsi le chiese se era ancora infiammata alla mammella, e allora Amelia si arrabbiò e ribatté che le aveva più belle delle sue. Guido disse: - Vediamo -. Tutti si guardarono ridendo. Amelia si slacciò la camicetta, si staccò il reggiseno e mostrò le mammelle tenendole fra le due mani. Avevano acceso la luce e Ginia, che guardò di sfuggita, si fermò agli occhi di Amelia, trionfanti e cattivi.
- Vediamo le tue, - disse Rodrigues.
Ma Ginia scosse il capo disperata e abbassò gli occhi sotto quelli di Guido. Passò un lungo momento e Guido non parlava.
- Avanti, - disse Rodrigues, - facciamo un brindisi alle tue.
Guido taceva sempre. Ginia si voltò di scatto al caminetto e sentì che dicevano «Stupida».
Così l'indomani Ginia andò all'atelier sapendo che Amelia nuda era sola con Guido. In certi momenti le pareva di morire. Vedeva di continuo la faccia di Guido fissata su Amelia. Sperava soltanto che ci fosse Rodrigues.
Nel pomeriggio poté uscire per portare una fattura. Corse allo studio e ci trovò l'uscio di legno. Tese l'orecchio e non sentì nessuno. Allora ridiscese più calma.
Alle sette li trovò tutti al caffè. Guido aveva la sua cravatta e faceva il bello, e Amelia ascoltava fumando. Le dissero «Siediti» come fosse una bambina. Parlavano dei tempi d'una volta, e Amelia raccontava dei suoi pittori.
- E tu che cosa ci racconti? - disse Rodrigues all'orecchio di Ginia.
Ginia senza voltarsi disse: - Stia buono.
Fecero poi insieme un pezzo dei portici, e chiese a Guido se potevano vedersi dopo cena. - C'è Rodrigues, - disse Guido. Allora Ginia lo guardò disperata. Combinarono di trovarsi fuori un momento.
Quella sera nevicava e fu Guido che propose di entrare al caffè a prendere il ponce. Lo presero al banco. Ginia, tutta infreddolita, gli domandò come faceva Amelia a posare con tanto freddo. - Il caminetto scalda, - disse Guido, - e poi lei è abituata
- Io non resisterei, - disse Ginia.
- E chi ti chiede di resistere?
- Oh Guido, disse Ginia, perché mi tratti così? Dicevo perché Amelia è malata.
Allora uscirono, e Guido la teneva a braccetto. Avevano la neve in bocca, sugli occhi, dappertutto. - Senti, - le disse Guido, - lo so. E so anche che facevate delle cose. Non c'è niente di male. A tutte le ragazze piace darsi dei baci. Lascia vivere dunque.
- Ma è Rodrigues... - disse Ginia.
- No, è che siete tutte uguali. Se è per Rodrigues che vuoi posare, avanti, vieni domani. Io non ti chiedo cosa fai tutto il giorno.
- Ma io non voglio posare per Rodrigues.
Si lasciarono così sotto il portone e Ginia tornò a casa nella neve, invidiando i ciechi che chiedono l'elemosina e non pensano più a niente.
L'indomani alle dieci piombò nello studio. Disse a Guido, sulla porta, che si era licenziata.
- E’ solo Ginia, - disse Guido verso la stanza.
Fuori sui tetti si vedeva la neve. Amelia nuda era seduta sul sofà, messa per lungo davanti al camino acceso, e si stringeva nelle spalle e supplicava di chiudere la porta.
- Hai voluto venire a vederci, - disse Guido, tornando al cavalletto. - Di chi sei gelosa?
Ginia facendo il broncio si accoccolò vicino al fuoco. Non guardò Amelia né andò da Guido. Venne Guido a gettare altra legna sulla fiamma, che faceva davvero un riverbero che si poteva star nudi. Passando le batté con la mano aperta sulla bocca, e, mentre Ginia scostava il capo, carezzò Amelia sul ginocchio, come si tocca una fiamma. Amelia che distesa sulla schiena dava il fianco al calore, lasciò che Guido ritornasse alla finestra e poi bisbigliò rauca: - Sei venuta a vedermi?
- E’ uscito Rodrigues? – le chiese Ginia.
Guido dalla finestra disse forte: - Solleva un poco il ginocchio.
Allora Ginia osò voltarsi e guardò Amelia con invidia, scostandosi perché il riverbero era troppo forte. Guido dal cavalletto ogni tanto gettava un'occhiata a loro due, un'occhiata rapida che poi passava sul foglio.
Finalmente disse: - Vestiti, ho finito -. Amelia si sedette e si tirò il soprabito sulle spalle. - Fatto, - disse ridendo, a Ginia. Ginia andò a poco a poco verso il cavalletto. Su una lunga striscia di carta, Guido col carboncino aveva segnato il profilo del corpo d'Amelia. Erano righe molto semplici, qualche volta intrecciate.
Pareva che Amelia fosse diventata acqua e passasse così sulla carta. – Ti piace? - disse Guido. Ginia annuì col capo cercando di riconoscere Amelia. Guido se la rideva.
Allora Ginia, col batticuore, disse: - Copia anche me.
Guido levò gli occhi. - Vuoi posare? - le disse.
- Spogliarti?
Ginia guardò dalla parte di Amelia e disse: - Sì.
- Hai sentito? Ginia vuol posare nuda, - disse forte Guido.
Amelia rispose con una risata. Saltò giù e corse, avvolgendosi nel soprabito, verso la tenda. - Spogliati lì, vicino al fuoco. Io mi vesto.
Ginia guardò un'ultima volta la neve sui tetti e balbettò: - Devo proprio?
- Avanti, - disse Guido. - Ci conosciamo.
Allora Ginia si spogliò vicino al fuoco, adagio, con un cuore furioso che la faceva tremare, e ringraziava nell'ani ma Amelia ch'era andata a vestirsi e non la vedeva. Guido tolse il foglio dal cavalletto e ne appuntò un altro. Ginia posava la roba a pezzo a pezzo sul sofà. Guido venne a riattizzare il fuoco. - Presto, - le disse, - altrimenti mi va troppa legna. - Coraggio, - le gridò Amelia da dietro la tenda.
Quando Ginia fu nuda, Guido la percorse adagio con gli occhi chiari, senza sorridere. La prese per mano, e gettò a terra un lembo della coperta. - Sali sopra e guarda verso il fuoco, - disse. - Ti copio in piedi.
Ginia fissò le fiamme, chiedendosi se Amelia era già uscita di laggiù. S'accorse che il riverbero le dorava la pelle e la mordeva. Allora sbirciò la neve sui tetti senza muovere il collo.
- Non coprirti con le mani. Levale su, come tenessi un balcone, - disse la voce di Guido.
(…)
 

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