opera di Mstislav Pavlov
Pelleas e Melisanda - Pablo NerudaMelisanda
Il suo corpo è un’ostia fine, minuscola e lieve.
Ha gli occhi azzurri e le mani di neve.
Nel parco gli alberi sembran congelati,
gli uccelli si ferman su di essi stanchi.
Le sue trecce bionde toccano l’acqua dolcemente
come due braccia d’oro sbocciate dalla fonte.
Ronza il volo perduto delle civette cieche.
Melisanda s’inginocchia e prega.
Gli alberi s’inclinano fino a toccar la sua fronte.
Gli uccelli s’allontanano nella sera dolente.
Melisanda, la dolce, piange presso la fonte.
L’incantesimo
Melisanda, la dolce, ha smarrito la strada:
Pelleas, giglio azzurro d’un giardino imperiale,
la reca tra le braccia, come un cesto di frutta.
Il colloquio meravigliato
Pelleas
Io andavo lungo il sentiero, tu venivi,
il mio amore cadde tra le tue braccia, il tuo amore tremò nelle mie.
Da allora il mio cielo di notte ebbe stelle
e per raccoglierle la tua vita si fece fiume.
Per te ogni roccia che toccheranno le mie mani
dev’essere sorgente, aroma, frutto e fiore.
Melisanda
Per te ogni spiga deve stringere il suo grano
e in ogni spiga deve sgranarsi il mio amore.
Pelleas
M’impedirai, in cambio, di guardare la strada
quando verrà la morte per lasciarla tronca.
Melisanda
Ti copriranno i miei occhi come una doppia benda.
Pelleas
Mi parlerai d’una strada che non finirà mai.
La musica che occulto per incantarti fugge
lungi dalla canzone che gorgoglia e rimbalza:
come una via lattea dal mio petto fluisce.
Melisanda
Tra le tue braccia s’impigliano le stelle più alte.
Ho paura. Perdona se non son giunta prima.
Pelleas
Un tuo sorriso cancella tutto un passato:
conservino le tue dolci labbra ciò che è ormai distante.
Melisanda
In un bacio saprai tutto ciò che ho taciuto.
Pelleas
Forse non saprò allora conoscere la tua carezza
perché nelle mie vene il tuo essere si sarà fuso.
Melisanda
Quando morderò un frutto tu saprai la sua delizia.
Pelleas
Quando chiuderai gli occhi resterò addormentato.
La chioma
Pesante, densa e rumorosa,
alla finestra del castello
la chioma dell’Amata
è un lampadario giallo.
– Le tue mani bianche sulla mia bocca.
– La mia fronte sulla tua fronte di luna.
Pelleas, ebbro, barcolla
sotto la selva profumata.
– Melisanda, un levriero ulula
per le strade del villaggio.
– Ogni volta che ululano i levrieri
muoio di spavento, Pelleas.
– Melisanda, un corsiero galoppa
presso il bosco d’allori.
– Tremo, Pelleas, nella notte
quando galoppano i corsieri.
– Pelleas, qualcuno m’ha toccato
la tempia con una mano fine.
– Sarà un bacio del tuo amato
o l’ala d’una rondinella.
Alla finestra del castello
è un lampadario giallo
la chioma miracolosa.
Ebbro, Pelleas impazzisce.
Anche il suo cuore vorrebbe
essere una bocca che la bacia.
La morte di Melisanda
All’ombra degli allori
Melisanda sta morendo.
Morirà il suo corpo lieve.
Sotterreranno il suo dolce corpo.
Uniranno le sue mani di neve.
Lasceranno aperti i suoi occhi
perchè illuminino Pelleas
fino a dopo che sarà morto.
All’ombra degli allori
Melisanda muore in silenzio.
Per lei piangerà la fonte
un pianto tremulo e eterno.
Per lei pregheranno i cipressi
inginocchiati sotto il vento.
Vi saran galoppi di corsieri,
latrati lunari di cani.
All’ombra degli allori
Melisanda sta morendo.
Per lei il sole nel castello
si spegnerà come un infermo.
Per lei morirà Pelleas
quando lo porteranno al sepolcro.
Per lei vagherà di notte,
moribondo per i sentieri.
Per lei calpesterà le rose,
inseguirà le farfalle
e dormirà nei cimiteri.
Per lei, per lei, per lei
Pelleas, il principe, è morto.
Canzone degli amanti morti
Lei era bella ed era buona.
Perdonala, Signore!
Lui era dolce ed era triste.
Perdonalo, Signore!
S’addormentava tra le sue braccia bianche
come un’ape in un fiore.
Perdonalo, Signore!
Amava le dolci canzoni,
lei era una dolce canzone!
Perdonala, Signore!
Quando parlava era come se qualcuno
avesse pianto nella sua voce.
Perdonalo, Signore!
Lei diceva: “Ho paura.
Sento una voce in lontananza.”
Perdonala, Signore!
Lui diceva: “La tua piccola
mano sulle mie labbra.”
Perdonalo, Signore!
Guardavano insieme le stelle.
Non parlavano d’amore.
Quando moriva una farfalla
piangevano entrambi.
Perdonali, Signore!
Lei era bella ed era buona.
Lui era dolce ed era triste.
Morirono dello stesso dolore.
Perdonali,
perdonali,
perdonali, Signore!
trad. Giuseppe Bellini
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