opera di Steve Hanks
Da
“Uomini nudi” – Alicia Giménez-Bartlett
(…)
Per un po’ beviamo e
parliamo delle solite sciocchezze. Sono un po’ ubriaca. Naturalmente è Ivàn a
dare inizio all’azione. Non poteva essere altrimenti. Guarda Javier e Javier
guarda me. Poi si alza dalla sua poltrona, si toglie la maglietta: ha un torso
perfetto e muscoloso. Poi si sfila i pantaloni, i boxer. Rimane nudo. Io e
Javier lo guardiamo, ma lui va dritto al suo obiettivo: mi fa alzare in piedi,
mi toglie il pullover a strattoni, mi sgancia il reggiseno, i succhia forte i capezzoli
facendomi rabbrividire. Mi abbassa le mutandine e si mette a leccarmi il sesso
con decisione. Sento che mi cedono le ginocchia. Intanto, dà un colpo col piede
a Javier.
“Sveglia, frà” gli
ordina a mezza voce.
Javier si spogli e
viene verso di me. Mi prende le spalle con entrambe le mani, da dietro. Sento
la sua bocca calda sul collo, mentre l’altro continua quella cosa liquida,
senza fermarsi. Cado, letteralmente cado sul divano, non ho più la forza nelle
gambe. Li sento bisbigliare tra di loro. Uno mi solleva per le braccia, latro
per le gambe, e mi portano in camera da letto. Li lascio fare. Non ho più
volontà. Allora parte l’attacco. Bocche che mi succhiano. La punta di un pene
mi disegna dall’alto in basso la spina dorsale. Mi penetrano. Entrano, escono,
leccano. Non so quale parte del mio corpo stia godendo, sento come un fiume di
lava calda che mi fugge tra le gambe. Non riesco a fermarmi, non voglio
fermarmi. Dimentico chi sono. Ho davanti a me un mostro possente, armato di
mille armi. È impossibile resistergli.
Sono venuta così
tante volte che mi sento uno straccio bagnato, non riesco neppure a muovermi.
Non sento alcun rumore, non apro gli occhi. Rimango rannicchiata come un feto.
Forse mi addormento, non lo so. Li sento parlottare sottovoce, lontano.
(…)
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