(…)
Il preside ha detto a Ted di essere venuto a conoscenza di un
fatto increscioso, che qualcuno ha ritenuto opportuno riferirgli. Si è scusato
per aver deciso di affrontare l’argomento così poco tempo dopo il suo strazio,
ma di non aver avuto altra scelta. Si augurava che Ted fosse in grado di
immaginare di quale problema si trattasse: c’era di mezzo una signora del paese
che aveva sempre goduto del rispetto di tutti e che era auspicabile potesse riguadagnarselo.
Immaginava che lui avesse già preso la decisione di
interrompere tutto. Si aspettava da parte sua qualche
affermazione imbarazzata, qualche mezza frase per confermare che sì, aveva o avrebbe
presto messo fine alla storia e, convincenti o no che fossero le sue parole,
aveva già deciso di accettarle. Si stava limitando a mantenere una promessa;
nella speranza che Kartrud lasciasse il paese senza piantare altre grane.
Ma con grande stupore del dirigente, Ted è saltato in piedi e
ha detto che quella era persecuzione e che lui non intendeva tollerarla. Ha detto
di sapere chi ci fosse dietro, di non essere disposto a sopportare alcuna
intrusione, e ha aggiunto che quelli erano solo fatti suoi e che il matrimonio
era solo un’istituzione superata promossa dalle autorità ecclesiastiche, come
tutte le altre baggianate che scaricavano nella testa della gente. Poi, senza
un nesso logico stringente, ha concluso dicendo che lui comunque stava per lasciare
Greta, la scuola, l’incarico di insegnante, Hanratty; e che sposava Frances.
– Ma no, ma no, – ripeteva il preside, – beva un sorso
d’acqua.
Ma cosa dice, ma che sciocchezze! Non può prendere una
decisione in questo stato.
– La decisione l’ho presa già da un pezzo, – ha ribattuto Ted.
Ed era convinto che fosse proprio vero.
– Potevo almeno chiedertelo, prima, – ha detto Ted a Frances.
Erano seduti nel soggiorno del suo alloggio, verso sera. Quel
lunedì non era più andata a scuola; aveva dato indicazione alla corale di
incontrarsi in Municipio, e provare lì, per abituarsi al palcoscenico. Al suo ritorno
a casa, piuttosto tardi, la madre le ha detto: – C’è un tale che ti aspetta nel
salotto. Ha detto come si chiama, ma non mi ricordo –. Si era anche scordata di
dirle che aveva telefonato il pastore chiedendo di essere richiamato. Frances
non sarebbe mai venuta a saperlo.
Ha pensato che si trattasse dell’assicuratore. C’era qualche problema
che riguardava la polizza anti-incendio sulla casa. L’agente si era fatto vivo
la settimana prima chiedendo di poter passare alla prossima tappa in paese.
Mentre attraversava il corridoio, Frances ha cercato di sgombrare la mente e prepararsi
a parlare con lui, chiedendosi anche se le sarebbe toccato pensare a un
eventuale trasloco da lì. Poi ha visto Ted seduto alla finestra, col cappotto.
Non ha acceso la luce. Ma arrivava del chiarore dalla via;
arcobaleni natalizi verdi e rossi gli scorrevano addosso.
Le è bastato vederlo per sapere che cosa era successo. Non in dettaglio,
ma nella sostanza. Come avrebbe potuto, altrimenti, starsene lì seduto nel
salotto di sua madre, davanti alla vecchia tappezzeria a felci, e davanti all’Angelus?
(…)
Traduzione di Susanna
Basso
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