5 agosto 2018

da “Le lune di Giove” – Alice Munro

da “Le lune di Giove” – Alice Munro

(…)
Il preside ha detto a Ted di essere venuto a conoscenza di un fatto increscioso, che qualcuno ha ritenuto opportuno riferirgli. Si è scusato per aver deciso di affrontare l’argomento così poco tempo dopo il suo strazio, ma di non aver avuto altra scelta. Si augurava che Ted fosse in grado di immaginare di quale problema si trattasse: c’era di mezzo una signora del paese che aveva sempre goduto del rispetto di tutti e che era auspicabile potesse riguadagnarselo. Immaginava che lui avesse già preso la decisione di
interrompere tutto. Si aspettava da parte sua qualche affermazione imbarazzata, qualche mezza frase per confermare che sì, aveva o avrebbe presto messo fine alla storia e, convincenti o no che fossero le sue parole, aveva già deciso di accettarle. Si stava limitando a mantenere una promessa; nella speranza che Kartrud lasciasse il paese senza piantare altre grane.
Ma con grande stupore del dirigente, Ted è saltato in piedi e ha detto che quella era persecuzione e che lui non intendeva tollerarla. Ha detto di sapere chi ci fosse dietro, di non essere disposto a sopportare alcuna intrusione, e ha aggiunto che quelli erano solo fatti suoi e che il matrimonio era solo un’istituzione superata promossa dalle autorità ecclesiastiche, come tutte le altre baggianate che scaricavano nella testa della gente. Poi, senza un nesso logico stringente, ha concluso dicendo che lui comunque stava per lasciare Greta, la scuola, l’incarico di insegnante, Hanratty; e che sposava Frances.
– Ma no, ma no, – ripeteva il preside, – beva un sorso d’acqua.
Ma cosa dice, ma che sciocchezze! Non può prendere una decisione in questo stato.
– La decisione l’ho presa già da un pezzo, – ha ribattuto Ted. Ed era convinto che fosse proprio vero.
– Potevo almeno chiedertelo, prima, – ha detto Ted a Frances.
Erano seduti nel soggiorno del suo alloggio, verso sera. Quel lunedì non era più andata a scuola; aveva dato indicazione alla corale di incontrarsi in Municipio, e provare lì, per abituarsi al palcoscenico. Al suo ritorno a casa, piuttosto tardi, la madre le ha detto: – C’è un tale che ti aspetta nel salotto. Ha detto come si chiama, ma non mi ricordo –. Si era anche scordata di dirle che aveva telefonato il pastore chiedendo di essere richiamato. Frances non sarebbe mai venuta a saperlo.
Ha pensato che si trattasse dell’assicuratore. C’era qualche problema che riguardava la polizza anti-incendio sulla casa. L’agente si era fatto vivo la settimana prima chiedendo di poter passare alla prossima tappa in paese. Mentre attraversava il corridoio, Frances ha cercato di sgombrare la mente e prepararsi a parlare con lui, chiedendosi anche se le sarebbe toccato pensare a un eventuale trasloco da lì. Poi ha visto Ted seduto alla finestra, col cappotto.
Non ha acceso la luce. Ma arrivava del chiarore dalla via; arcobaleni natalizi verdi e rossi gli scorrevano addosso.
Le è bastato vederlo per sapere che cosa era successo. Non in dettaglio, ma nella sostanza. Come avrebbe potuto, altrimenti, starsene lì seduto nel salotto di sua madre, davanti alla vecchia tappezzeria a felci, e davanti all’Angelus?
(…)
Traduzione di Susanna Basso

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