dipinto di Patricia Bellerose
da Nel giardino del diavolo - Stewart Lee Allen
L’estasi di farsi mangiare
La prima versione della storia di Adamo ed Eva narra di una cena seguita da sesso. Da allora questo abbinamento ha sempre destato l’interesse degli scrittori. Secondo alcune ricerche, il 98 per cento delle storie di seduzione in letteratura sono precedute da una cena. Se così fosse, il romanzo cinese Il sogno della camera rossa, con le sue 971 cene, sarebbe una vera e propria orgia. Leggendolo rimarreste delusi (si tratta di un’opera piuttosto austera), ma ciò è dovuto al fatto che gli scrittori tendono a sublimare. Prendiamo Nikolaj Gogol’, per esempio, lo scrittore russo del XIX secolo. Scriveva di cibo in modo ossessivo ma, secondo un’opinione comune, quello che aveva realmente in testa era il sesso, del quale non scrisse mai un rigo, né ebbe, a quanto pare, alcuna esperienza. Nel suo racconto La fiera di Soročinskij trasforma la tresca tra un prete e una moglie infedele in un banchetto di lascive delizie del palato. “Eccovi le mie offerte, Afansij Ivanoviè” esclama la donna irrompendo nella stanza del prete. “Ciambelle di latte cagliato, gnocchi di frumento e focacce dolci!” Il prete mangia avidamente quel ben di Dio, ma con la coda dell’occhio osserva l’invitante scollatura della donna. “Sebbene, Kharonya Rifinorovna,” replica con malizia “il mio cuore è assetato di delizie ben più grandi che voi pur possedete!” In un altro racconto una coppia esprime il proprio amore imboccandosi l’un l’altra giorno e notte. Si rimpinzano di storione affumicato e kaša, gelatina di frutta e pere stufate, salsicce e frittelle, blinis e panna acida e funghi e tè alla salvia e anguria e, naturalmente, pasticcio di teste di pesce. Divorano undici pasti pantagruelici al giorno e le ultime parole del marito alla moglie morente sono: “Non volete qualcosina da mangiare, Pulcheria Ivanovna?”. Più tardi, quando oramai la moglie non c’è più, il ricordo dei suoi piatti preferiti gli fa venire le lacrime agli occhi.
La prima versione della storia di Adamo ed Eva narra di una cena seguita da sesso. Da allora questo abbinamento ha sempre destato l’interesse degli scrittori. Secondo alcune ricerche, il 98 per cento delle storie di seduzione in letteratura sono precedute da una cena. Se così fosse, il romanzo cinese Il sogno della camera rossa, con le sue 971 cene, sarebbe una vera e propria orgia. Leggendolo rimarreste delusi (si tratta di un’opera piuttosto austera), ma ciò è dovuto al fatto che gli scrittori tendono a sublimare. Prendiamo Nikolaj Gogol’, per esempio, lo scrittore russo del XIX secolo. Scriveva di cibo in modo ossessivo ma, secondo un’opinione comune, quello che aveva realmente in testa era il sesso, del quale non scrisse mai un rigo, né ebbe, a quanto pare, alcuna esperienza. Nel suo racconto La fiera di Soročinskij trasforma la tresca tra un prete e una moglie infedele in un banchetto di lascive delizie del palato. “Eccovi le mie offerte, Afansij Ivanoviè” esclama la donna irrompendo nella stanza del prete. “Ciambelle di latte cagliato, gnocchi di frumento e focacce dolci!” Il prete mangia avidamente quel ben di Dio, ma con la coda dell’occhio osserva l’invitante scollatura della donna. “Sebbene, Kharonya Rifinorovna,” replica con malizia “il mio cuore è assetato di delizie ben più grandi che voi pur possedete!” In un altro racconto una coppia esprime il proprio amore imboccandosi l’un l’altra giorno e notte. Si rimpinzano di storione affumicato e kaša, gelatina di frutta e pere stufate, salsicce e frittelle, blinis e panna acida e funghi e tè alla salvia e anguria e, naturalmente, pasticcio di teste di pesce. Divorano undici pasti pantagruelici al giorno e le ultime parole del marito alla moglie morente sono: “Non volete qualcosina da mangiare, Pulcheria Ivanovna?”. Più tardi, quando oramai la moglie non c’è più, il ricordo dei suoi piatti preferiti gli fa venire le lacrime agli occhi.
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