Gino Severini - Ritratto di Gina Severini, 1934
il poema – Amalia GuglielminettiPiù malïardo splende il bel poema
dove lo squillo vario della rima
come un riso febeo palpita e trema.
Ogni verso è uno stel che reca in cima
la sua corolla, e a tre a tre le intesse,
sì che l'un fiore l'altro non comprima.
Vi ride amor le sue vane promesse,
o vi lamenta la mentita fede,
o vi miete una sua sanguigna messe.
E un gel mi guizza dalla nuca al piede
pur mentre il tuo torbido amor m'adesca,
s'io leggo qual pagasti aspra mercede
pei baci del tuo Paolo, o Francesca.
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