Photographer Jan Masny
Grafico della petenera – Federico Garcia
Lorca
a Eugenio Montes
CAMPANA
Bordone
Sulla
torre
gialla,
suona a
morto una campana.
Sopra
il vento
giallo,
si
aprono gli scampanii.
Sulla
torre
gialla,
cessa
la campana.
Il
vento con la polvere
forma
prue d’argento.
SENTIERO
Cento
cavalieri a lutto,
dove
andranno
nel
cielo stagnante
dell’aranceto?
Né a
Cordova né a Siviglia
Arriveranno.
Né a
Granada che sospira
per il
mare.
Quei
cavalli insonnoliti
li condurranno,
al
labirinto della croci
dove
tremano i canti.
Con
sette ahi conficcati,
dove
andranno
i cento
cavalieri andalusi
dell’aranceto?
LESEI
CORDE
Fa
piangere
i
sogni, la chitarra.
I
singhiozzi delle anime
perdute
escono
dalla sua bocca
rotonda.
E come
la tarantola
tesse
una grande stella
per
cacciare i sospiri,
che
fluttuano nella sua
nera
cisterna di legno.
DANZA
Nell’orto della petenera
Nella
notte dell’orto,
sei
gitane,
vestite
di bianco,
ballano.
Nella
notte dell’orto,
incoronate,
con rose
di carta e mazzetti
di
gelsomini.
Nella
notte dell’orto,
con
denti di madreperla
scrivono
l’ombra
bruciata.
E nella
notte dell’orto,
le loro
ombre s’allungano
e
arrivano fino al cielo
violacee.
MORTE
DELLA PETENERA
Nella
bianca casa muore
la
perdizione degli uomini.
Cento puledre che caracollano.
I loro cavalieri sono morti.
E sotto
le tremolanti
stelle
di lanterne,
freme
la gonna di morire
tra le
sue cosce di rame.
Cento puledre che caracollano.
I loro cavalieri sono morti.
Lunghe
ombre affilate
vengono
dal fosco orizzonte
e il
bordone d’una chitarra
si
spezza.
Cento puledre che caracollano.
I loro cavalieri sono morti.
INTERLUDIO
Ahi,
petenera gitana!
Ahiahi
petenera!
Non
ebbero le tue esequie
bambine
buone.
Bambine
che danno a Cristo morto
le loro
ciocche,
e
portano bianche mantiglie
per le
feste.
Alle
tue esequie ci fu gente
sinistra.
Gente
con il cuore
nella
testa,
che ti
seguì piangendo
per le
viuzze.
Ahi,
petenera gitana!
Ahiahi
petenera!
DE
PROFUNDIS
I cento
innamorati
dormono
per sempre
sotto
la terra secca.
L’Andalusia
ha
lunghi
sentieri rossi.
Cordova,
olivi verdi
dove
porre cento croci
a
ricordarli.
I cento
innamorati
dormono
per sempre.
TOCCHI
DI CAMPANA
Sulle
torri
gialle,
suonano
a morto le campane.
Sopra i
venti
gialli,
si
aprono gli scampanii.
Per un
sentiero va la
morte,
incoronata,
di
zagare appassite.
Canta e
canta
una
canzone
con la
chitarra bianca,
e canta
e canta e canta.
Sulle
torri gialle,
cessano
le campane.
Il
vento con la polvere
formano
prue d’argento.
Traduzione di Valerio Nardoni
da Federico Garcia Lorca, Nuda canta la notte, a cura di Valerio Nardoni
Corriere
delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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