1 dicembre 2017

da Il giovane Holden – Jerome David Salinger

opera di Jack Vettriano
da Il giovane Holden – Jerome David Salinger
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Alla fine del primo atto uscimmo con tutta quella massa di cafoni a fumarci una sigaretta. Roba da matti. Garantito che in vita vostra non avete mai visto tanti palloni gonfiati, tutti che fumavano come camini e parlavano della commedia in modo da farsi sentire e fare apprezzare a cani e porci quanto erano geniali. In piedi vicino a noi c'era un cretino di divo che si fumava una sigaretta. Non so come si chiama, ma nei film di guerra fa sempre la parte di quello che gli prende fifa quand'è il momento di andare all'attacco. Stava con una biondadi prima qualità, e tutt'e due cercavano di fare molto i blasé e via discorrendo, come se non si accorgessero nemmeno che tutti li guardavano. Modesti dell'accidente. Mi ci divertii moltissimo. La vecchia Sally non parlava molto, tranne che per sdilinquirsi per i Lunt, perché era occupatissima ad allungare il collo e a fare l'affascinante. Poi, tutt'a un tratto, vide dall'altra parte dell'atrio un tizio che conosceva. Un tale con uno di quei vestiti di flanella antracite scurissima e un panciotto a quadri. Tipo Ivy League spaccato. Ve lo raccomando io. Stava in piedi vicino al muro, fumando come un turco e con l'aria di annoiarsi a morte. La vecchia Sally continuava a dire: “Io quelragazzo l'ho conosciuto in qualche posto”. Dovunque la portavi, c'era sempre qualcuno che lei conosceva o credeva di conoscere. Continuò con quella solfa sinché mi fece girar le scatole e le dissi: “E perché non vai a dargli un bel bacione, se lo conosci. Lui apprezzerebbe il gesto”. Questa mia uscita la fece arrabbiare. Però finalmente quel lavativo si accorse di lei e venne a salutarla. Avreste dovuto vedere come si salutarono. Da credere che non si vedessero da vent'anni. Da credere che quand'erano marmocchi avessero fatto il bagnetto nella stessa bagnarola o qualcosa del genere. Amici per la pelle. Una cosa rivoltante. Il buffo era che probabilmente si erano visti una volta solaa qualche ricevimento balordo. Alla fine, quando ne ebbero abbastanza di tutte quelle smancerie, la vecchia Sally ci presentò. Si chiamava George Vattelappesca - non me ne ricordo nemmeno piú - e faceva l'università ad Andover. Da fargli tanto di cappello. Avreste dovuto vederlo quando la vecchia Sally gli domandò cosa pensasse della commedia. Era uno di quei palloni gonfiati che quando rispondono a una domanda devono farsi spazio. Arretrò di un passo, e piombò dritto sul piede della signora dietro di lui. Probabile che le spezzò tutte le dita che aveva. Disse che la commedia in sé e per sé non era un capolavoro, ma che i Lunt, naturalmente, erano dei veri angeli. Angeli. Cristo santo. Angeli. Mi lasciò secco. Poi lui e la vecchia Sally attaccarono a parlare di un mucchio di gente che conoscevano tutti e due. Garantito che in vita vostra non vi è mai capitato di sentire una conversazione più fasulla. Facevano a gara a ricordarsi quanti più posti potevano, poi pensavano a qualcuno che vivesse là, e si precipitavano a nominarlo. Quando fu tempo di tornare in sala, io stavo lì lì per vomitare. Sul serio. E poi, durante l'intervallo successivo continuaronoquella stramaledetta conversazione barbosissima. Altri posti, altri nomi di gente che ci viveva e così via. Il peggio è che quel lavativoaveva una di quelle fasullissime voci tanto Ivy League, quelle voci snob e strascicate. Pareva proprio una ragazza. Non esitò a mettersi di mezzo tra me e Sally, quel bastardo. Per un attimo, finito lo spettacolo, pensai perfino che salisse in tassì con noi, accidenti, perché ci accompagnò a piedi per circa due isolati, ma doveva andare a prendere un cocktail insieme con un mucchio di balordi. Mi pareva di vederli, tutti seduti in circolo in qualche bar, coi loro dannati panciotti a quadri, a criticare spettacoli, libri e donne con quelle loro voci snob e strascicate. Mi stendono secco, quei tipi là.
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