5 dicembre 2018

Aria - Derek Walcott

dipinto di Aldo Balding
Aria - Derek Walcott

Le inascoltate, onnivore
fauci di questa foresta pluviale
non solo divorano tutto
ma non ammettono nulla di vano;
non si placano mai,
macinando il loro ripudio
della sofferenza umana.

Molto, molto prima di noi
quelle torride fauci, come un forno
fumigante, erano aperte
al genocidio; divorarono
due piccole razze gialle
e metà di una nera;
nella Parola fatta carne di Dio
tutti entrarono in quell’immane stomaco che non
fa distinzioni;

la foresta non si è convertita
perché quel rumore di conchiglia
che romba come il silenzio, o come
i cori dell’oceano, vestiti di cotta,
che accendono alla sua navata, a un incensiere
che diffonde nebbia, non è
un fruscio di preghiera
ma nulla: aria mulinante,
una fede, infestata, cannibale,
che mangia gli dei, che divorò
il Caribe ostile a ogni Dio, un petalo
d’oro dopo l’altro, poi ha dimenticato,
e l’Aruaco
che del suo fossile non lascia
la traccia più lieve, una felce, da coltivare
nella roccia nera,

ma soli i gridi rugginosi
di un cuculo, simile a un rauco
guerriero che aduna la sua razza
dall’aria vaporante
tra questa dorsale di monti
e il vago mare
in cui l’esodo perso
delle canoe affondò senza traccia –

c’è troppo nulla qui.

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