6 dicembre 2018

da Nel giardino del diavolo - Stewart Lee Allen

Jacob van Walscapelle - Stilleven met vruchten, oesters en roemer
da Nel giardino del diavolo - Stewart Lee Allen
Sembra che la donna abbia lo stesso atteggiamento di fronte al cibo e di fronte al sesso: la condivisione di un’esperienza che tende a riempirti. In uno studio comparato sulle abitudini
alimentari dei bambini, condotto dalla sociologa Carole Counihan su 489 bambini fra i tre e i cinque anni, venne fuori che le bambine descrivevano l’atto del mangiare come un’esperienza condivisa, in un rapporto di due a uno rispetto ai maschietti. Questi vedevano il cibo piuttosto come qualcosa da far fuori o da divorare. Non c’è da sorprendersi che più tardi, crescendo, trovino l’intera situazione meno appagante. Nel suo romanzo The Gift on an Apple lo scrittore Tennessee Williams paragona l’atto del mangiare a “un atto sessuale… in cui si cerca di ritardare il dolce momento finale. Ma non ci si può trattenere fino a quel punto… bisogna finirlo. Dopo di che ci si sente per qualche verso fregati”. Ernest Hemingway condivideva questo punto di vista. Nel suo Festa mobile, il macho per antonomasia dichiara che lo scrivere gli ricordava il sesso, perché entrambi lo lasciavano “svuotato”. L’antidoto di questa spiacevole sensazione era un afrodisiaco piatto di ostriche innaffiato da un buon vino bianco. “Mentre sorbivo il rinfrescante succo di ogni ostrica e lo accompagnavo con tonificanti sorsate di vino, perdevo quel senso di vuoto e incominciavo di nuovo a sentirmi contento e a fare progetti.”

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