Antiloco
Il primo a capire che Patroclo era morto fu Menelao.
Corse fino a lì e si mise accanto al suo cadavere puntando in avanti la lancia
e lo scudo, pronto a uccidere chiunque si avvicinasse. arrivò Euforbo, colui
che per primo aveva colpito Patroclo: voleva raccogliere il suo trionfo. Ma
Menelao gli urlò "Stattene lontano, se non vuoi morire! Lo sai cos'è
successo a tuo fratello quando mi ha sfidato, non è tornato a casa sulle sue
gambe per la gioia della sposa e dei genitori. Spezzerò la forza anche a te, se
non sparisci". Euforbo era il più bello fra i Troiani, aveva splendidi
riccioli intrecciati sul capo con fermagli d'oro e d'argento. Urlò a Menelao
che avrebbe vendicato il fratello e gli scagliò contro la lancia: la punta di
bronzo si spezzò sullo scudo e Menelao allora gli balzò addosso e gli piantò la
lancia nella gola, premendo con tutto il peso del braccio: da parte a parte la
punta Passò il collo delicato e si bagnarono di sangue i suoi capelli. Si
abbatté al suolo come una pianta d'ulivo, giovane, bella, forte, coperta di
fiori bianchi, d'improvviso schiantata da un fulmine nella tempesta.
Menelao si chinò per togliergli le armi, quando si
accorse che Ettore stava correndo verso di lui, feroce, urlando in modo
terribile. Ebbe paura e lasciò il corpo di Patroclo, e si mise a
indietreggiare, cercando con gli occhi tutt'intorno chi lo poteva aiutare. Vide
Aiace e si mise a gridare "Patroclo è morto, Aiace, ed Ettore gli sta prendendo
le armi, andiamo a difenderlo, combatti con me". E Aiace si voltò e si commosse
nel cuore. Corse in suo aiuto. Tornarono verso Patroclo e videro che Ettore gli
aveva tolto le armi gloriose e adesso aveva afferrato la spada per mozzargli la
testa, e abbandonare poi lì il cadavere, in pasto ai cani. Aiace si avventò
contro di lui, con tanta ferocia che Ettore lasciò la preda e si tirò indietro,
in mezzo ai suoi. Aiace si chinò sul corpo di Patroclo e lo coprì con il suo
immenso scudo a forma di torre: stava lì come sta il leone, accanto ai suoi
cuccioli, quando fiuta i cacciatori.
I Troiani si erano accorti che Ettore era scappato
davanti ad Aiace, e lo guardavano smarriti, mi ricordo che sentii Glauco che
gli urlava "Sei un vile, Ettore, non hai affrontato Aiace perché è più
forte di te, e adesso gli hai lasciato il corpo di Patroclo, che sarebbe stato
bottino prezioso per noi!". Allora Ettore fece una cosa che nessuno
dimenticherà. Di corsa raggiunse i compagni che stavano riportando le armi di
Patroclo in città, come un trofeo, li fermò, si tolse le sue armi e si mise
quelle immortali che Achille aveva dato all'amico perché scendesse in
battaglia. Le indossò, e divennero sue, le armi immortali di Achille, il suo
corpo in quelle armi, sembrava nato per quelle armi, e d'improvviso brillò di
forza e di vigore, splendente Passò davanti a tutti i suoi guerrieri,
scintillante nelle armi che per anni loro avevano guardato con terrore, lui
adesso le faceva scivolare sotto i loro occhi, lo guardavano stupefatti Glauco,
Medonte, Tersìloco, Asteropeo, lo guardavano passare, rapiti, Disènore, Ippòtoo,
Forci, Cromèo, Ennomo, e a loro Ettore gridò "Combattete con me, alleati
di mille tribù, io vi dico che chi trascinerà il cadavere di Patroclo fra i Troiani,
piegando Aiace, con me dividerò quel corpo e pari sarà la gloria per me e
per lui". E con furore, tutti si avventarono contro
gli Achei.
Aiace li vide arrivare e capì che né lui né Menelao
potevano fermarli. Allora si mise a gridare aiuto, e prima Idomeneo, poi
Merione e Aiace di Oileo, e altri valorosi lo udirono e corsero al suo fianco.
I Troiani caricarono in massa, tutti dietro a Ettore. Intorno ad Aiace gli
Achei si schierarono con un animo solo, protetti dagli scudi di bronzo. La
prima ondata di Troiani li respinse, costringendoli ad abbandonare il corpo di
Patroclo. Ma Aiace riportò i suoi all'attacco fino a quando riuscirono a strappare
di nuovo quel corpo dalle mani dei Troiani. Era una lotta tremenda, una spaventosa
contesa. Fatica e sudore insozzavano gambe e ginocchia, e piedi e mani e occhi
di quanti si battevano intorno a quel cadavere. Da ogni parte guerrieri ghermivano
il corpo di Patroclo e lo tiravano, sembrava la pelle di un animale quando la
si tende per farla seccare. Patroclo...
(…)
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