3 novembre 2017

Spighe – Federico Garcia Lorca

Van Gogh - Prato verde
Spighe – Federico Garcia Lorca

Nel grano è entrata la morte.
Già le falci tagliano le spighe.
Dondolano i pioppi parlando
con l'anima sottile della brezza.

Solo il grano vuole silenzio.
Si è rappreso col sole e sospira
nell'ampio elemento dove stanno
i sogni svegli.
Il giorno
maturo di luce e di suono
declina sui monti azzurri.

Che misterioso pensiero
commuove le spighe?
Che ritmo di tristezza sognatrice
agita le messi?

Le spighe sembrano vecchi uccelli
che non possono volare!
Sono piccole teste
col cervello di puro oro
e hanno tranquilla espressione.

Tutte pensano alla stessa cosa,
tutte hanno
un profondo segreto da meditare.
Strappano alla terra il suo oro vivo
e come dolci api del sole libano
il raggio infuocato di cui si vestono
per formare l'anima della farina.

O che allegra tristezza mi date,
dolcissime spighe!
Venite dalle più profonde età,
cantavate già nella Bibbia,
e date, quando vi sfiorano i silenzi,
un concerto di lire.

Voi sgorgate per nutrire gli uomini.
Ma guardate le bianche margherite
e i gigli che nascono perché si!
Mummie d'oro sulla campagna!
Il fiore selvatico nasce per il sogno
e voi per la vita!

Giugno 1919
 

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