3 dicembre 2017

da Aspettando Godot – Samuel Beckett

da Aspettando Godot – Samuel Beckett

(…)
Scena 9
Vladimir si ferma, raddrizza il seggiolino, ricomincia a camminare, più calmo.

Vladimir. Ma non verrà mai la notte?

Tutti e tre guardano il cielo.

Pozzo. Anch’io, al vostro posto, se avessi appuntamento con questo Godin… Godet… Godot… insomma, sapete chi voglio dire, aspetterei che fosse notte fonda prima di lasciar perdere.
Estragon (a Pozzo). Vede tutto nero, oggi.
Pozzo. Eccetto il firmamento. (Ride, compiaciuto di quest’arguzia.) Ma capisco cos’è, voi non siete di qui, non sapete ancora cosa può fare il crepuscolo da noi. Volete che ve lo dica io? (Silenzio. Estragon ha ricominciato a esaminare la sua scarpa, Vladimir il suo cappello. Pozzo fa schioccare la frusta debolmente.) Che cos’ha questa frusta? (Si alza e fa schioccare la frusta con più energia, finalmente con successo. Lucky sobbalza. Il cappello di Vladimir, la scarpa di Estragon, il cappello di Lucky cadono a terra. Pozzo getta via la frusta.) Non vale più niente, questa frusta. (Guarda Vladimir e Estragon.) Cos’è che stavo dicendo?
Vladimir. Andiamo.
Pozzo (che non ascoltava). Ah, sì! La notte (Guarda il cielo.) Guardate! (Tutti guardano il cielo eccetto Lucky che sta sonnecchiando di nuovo. Pozzo strattona la corda.) Guarda il cielo, maiale! (Lucky guarda il cielo.) Basta così. (Smettono di guardare il cielo.) Che cos’ha di tanto straordinario? è pallido e luminoso come qualsiasi altro cielo a quest’ora del giorno. (Pausa.) Ma… dietro quel velo di dolcezza e di calma, la notte galoppa (vibrante) e si getterà su di noi (Fa schioccare le dita.) Pop! Così! (Silenzio. Con voce cupa.) Ecco come vanno le cose su questa sporca terra. (Raccoglie il cappello, ci guarda dentro, lo scuote, lo rimette in testa). Come mi avete trovato? (Vladimir ed Estragon lo guardano senza capire.) Bravo? Discreto? Decisamente cattivo?
Vladimir (che è il primo a capire). Oh, bravo, proprio bravissimo.
Pozzo (a Estragon). E lei, signore?
Estragon. Oh, bene, molto molto molto bene.
Pozzo (con slancio). Grazie, signori, grazie! (Pausa.) Ho tanto bisogno di incoraggiamento! Vedete che la mia memoria mi tradisce.

Silenzio.

Estragon. Nel frattempo, non succede niente.
Pozzo. Lo trova noioso?
Estragon. In un certo qual modo.
Pozzo (a Vladimir). E lei, Signore?
Vladimir. Sono stato intrattenuto meglio.

Scena 10
Vladimir. Noi non siamo dei mendicanti!
Pozzo (raccoglie la frusta). Che cosa preferite? Che balli, che canti, che reciti, che pensi, che...
Vladimir. Lui pensa?
Pozzo. Naturalmente. Ad alta voce.
Estragon. Preferirei che ballasse, sarebbe più divertente.
Pozzo. Non necessariamente.
Vladimir. Vorrei sentirlo pensare.
Estragon. Potrebbe magari prima ballare, e poi pensare, se non è chiedergli troppo.
Pozzo. Ma certo, niente di più facile. E’ l’ordine naturale.

Ride brevemente.

Vladimir. E allora, vada per il ballo.

Silenzio.

Pozzo. Balla, tormento!

Lucky posa valigia e paniere, si avvicina alla ribalta, si volta verso Pozzo. Lucky balla. Si ferma.

Estragon. Tutto qui?
Pozzo. Continua!

Lucky ripete gli stessi movimenti, si ferma.

Estragon. Pooh! Ci riuscirei perfino io. (Imita Lucky, quasi cade.) Con un po’ di allenamento.

Lucky sta per tornare verso i suoi fardelli.

Pozzo. Oh!

Lucky si ferma di colpo.

Estragon. Aspetta!
Vladimir. Aspetta!
Pozzo. Aspetta!

Tutti e tre si tolgono simultaneamente il cappello, portano la mano alla fronte, si concentrano.

Estragon. Perchè non posa i suoi bagagli?
Vladimir. Li ha posati.
Estragon. Ma perchè li ha posati?
Pozzo. Rispondici.
Vladimir. Per poter ballare.
Estragon. Giusto!
Pozzo. Giusto!

Silenzio. Si mettono il cappello.

Scena 11
Estragon. Non succede niente, nessuno viene, nessuno va, è terribile!
Vladimir (a Pozzo). Gli dica di pensare.
Pozzo. Dategli il suo cappello.
Vladimir. Il suo cappello?
Pozzo. Non può pensare senza cappello.
Vladimir. Glielo darò io.

Raccatta il cappello e lo porge a Lucky col braccio teso, che non si muove.

Pozzo. Devi metterglielo.
Estragon (a Pozzo). Gli dica di prenderlo.
Pozzo. è meglio metterglielo.
Vladimir. Ora glielo metto.

Gira intorno a Lucky, gli si avvicina cautamente, gli mette il cappello sulla testa e balza indietro. Lucky non si muove. Silenzio.

Estragon. Che cos’aspetta?
Pozzo. State lontani! (Estragon e Vladimir si scostano da Lucky. Pozzo tira la corda. Lucky guarda Pozzo.) Pensa, porco! (Pausa. Lucky si mette a ballare.) Alt! (Lucky si ferma.) Vieni avanti! (Lucky si dirige verso Pozzo.) Alt! (Lucky si ferma.) Pensa!

Silenzio.

Lucky. D’altra parte, per quanto riguarda…
Pozzo. Alt! (Lucky si ferma.) Indietro! (Lucky indietreggia.) Alt! (Lucky si ferma.) Girati! (Lucky si volta verso il pubblico.) Pensa!

Durante la tirata di Lucky, gli altri reagiscono come segue:
1) Vladimir ed Estragon molto attenti, Pozzo avvilito e disgustato.
2) Vladimir ed Estragon iniziano a protestare, le sofferenze di Pozzo aumentano.
3) Vladimir ed Estragon ancora attenti, Pozzo sempre più agitato e lamentoso.
4) Valdimiro ed Estragon protestano violentemente.
Pozzo salta su, tira la corda.
Grido generale. Lucky tira la corda, barcolla, urla il suo testo. Tutti e tre si gettano su Lucky che lotta e urla il suo testo.

Lucky. Considerata l’esistenza così come traspare dai lavori pubblici di Puncher e Wattman di un dio personale quaquaquaqua dalla barba bianca quaquaquaqua fuori del tempo dello spazio il quale dall’alto della divina apatia divina atambia divina afasia ci vuol tanto bene salvo le debite eccezioni non si sa perché’ ma prima o poi verrà fuori e a somiglianza della divina Miranda soffre con quanti si trovano non si sa perché ma c’è tutto il tempo nel tormento nel fuoco il cui fuoco le fiamme se continua ancora un po’ e come dubitarne finiranno per metter fuoco alle polveri nella fattispecie porteranno l’inferno nei cieli a volte così azzurri ancor oggi e calmi così calmi di una calma che pur essendo intermittente è meglio di niente ma non così veloce e considerando inoltre che a seguito delle ricerche incompiute premiate dall’Accaccaccaccademia di Antropopopometria di Essy-in-Possy di Testew e Cunard rimane stabilito che senz’altra possibilità di errore che quella pertinente ad ogni calcolo umano che a seguito delle ricerche incompiute interrotte di Testew e Cunard rimane stabilito da qui in avanti ma non così veloce non si sa perché che in seguito ai lavori pubblici di Puncher e Wattman risulta altrettanto chiaramente tanto chiaramente che tenendo conto dei tentativi di Fartov e Belcher non conclusi non si sa perché di Testew e Cunard incompiuti risulta che l’uomo contrariamente all’opinione contraria che l’uomo di Possy di Testew e Cunard che l’uomo in Essy insomma in breve che l’uomo in breve insomma malgrado i progressi dell’alimentazione e gli sprechi della defecazione e gli sprechi dei pini e i pini e al tempo stesso parallelamente non si sa perché malgrado l’incremento della cultura fisica della pratica degli sport quali il tennis il calcio la corsa a piedi e in bicicletta il nuoto l’aviazione il galleggiamento l’equitazione il volo a vela lo sforzarsi il camogie il pattinaggio il tennis di tutti i tipi sport di tutti i tipi morenti volanti autunnali estivi invernali invernali il tennis di tutti i tipi l’hockey di tutti i tipi la penicillina e succedanei insomma tornando da capo l’aviazione il volo a vela il golf sia a nove che a diciotto buche il tennis di tutti i tipi insomma non si sa perché in Feckham Peckham Fulham Clapham nella fattispecie al tempo stesso parallelamente non si sa perché ma prima o poi verrà fuori svanisce tornando da capo Fulham Clapham insomma il calo per testa di rapa dalla morte del Vescovo Berkley in poi essendo in misura di due dita e cento grammi per testa di rapa circa in media press’a poco cifre tonde buon peso spogliato nel Connemara non si sa perché’ insomma per farla breve poco importa i fatti parlano e considerando d’altra parte il che è ancora più grave che alla luce degli esperimenti abbandonati di Steinweg e Petermann ne consegue il che è ancora più grave che alla luce la luce la luce degli esperimenti abbandonati di Steinweg e Petermann che in campagna in montagna e in riva al mare e ai corsi d’acqua e di fuoco l’aria è la stessa e la terra nella fattispecie l’aria e la terra durante i grandi freddi il grande buio l’aria e la terra fatte per le pietre durante i grandi freddi purtroppo all’ era settima l’etere la terra il mare per le pietre dai grandi fondi i grandi freddi sul mare su terra nell’aria accidenti tornando da capo non si sa perché malgrado il tennis i fatti parlano non si sa perché tornando da capo avanti il prossimo insomma per farla breve purtroppo avanti il prossimo per le pietre chi può dubitarne tornando da capo ma non anticipiamo tornando da capo la testa che svanisce, svanisce, svanisce al tempo stesso parallelamente non si sa perché malgrado il tennis avanti il prossimo la barba le fiamme i pianti le pietre così azzurre così calme ahimè la testa la testa la testa la testa nel Connemara malgrado il tennis le opere abbandonate incompiute più grave le pietre insomma tornando da capo ahimè ahimé  abbandonate incompiute la testa la testa nel Connemara malgrado il tennis la testa ahimè le pietre Cunard (mischiato, vociferazioni finali) tennis… le pietre... calme... Cunard… incompiute…
Pozzo. Il suo cappello!

Vladimir si impadronisce del cappello di Lucky. Silenzio di Lucky. Cade. Silenzio. I vincitori ansano.

Estragon. Vendicato!

Vladimir osserva il cappello, ci guarda dentro.

Pozzo. Dia a me! (Strappa il cappello dalle mani di Vladimir, lo getta in terra, lo calpesta.) Così non penserà più!

Estragon e Vladimir mettono in piedi Lucky, lo sorreggono per un momento, poi lo lasciano andare. Lucky ricade. Rimettono in piedi Lucky e lo sorreggono.

Pozzo. Tenetelo bene! (Vladimir ed Estragon barcollano.) Non vi muovete! (Pozzo va a prendere la valigia e il paniere, e li porta vicino a Lucky.) Reggetelo forte! (Mette la valigia in mano a Lucky. Lucky la lascia subito cadere.) Non lasciatelo andare! (Rimette la valigia in mano a Lucky. A poco a poco, al contatto della valigia, Lucky ritorna in sé e le sue dita finiscono per chiudersi intorno al manico.) Reggetelo forte! (Come prima col paniere.) Ecco fatto! Potete lasciarlo andare. (Estragon e Vladimir si allontanano da Lucky che inciampa, barcolla, si piega, ma rimane in piedi, tenendo valigia e paniere. Pozzo indietreggia, fa schioccare la frusta.) Avanti! (Lucky avanza.) Indietro. (Lucky retrocede.) Voltati! (Lucky si volta.) Fatto! Può camminare. (Rivolto a Estragon e Vladimir.) Grazie, signori, e permettetemi di… (si fruga in tasca.)... permettetemi di augurarvi…. (fruga) di augurarvi… (fruga) ma dove diavolo ho messo il mio orologio? (Si piega in due, nel tentativo di avvicinare l’orecchio al ventre e rimane in ascolto. Silenzio.) Non sento niente. (Fa cenno agli altri di avvicinarsi, Valdimir ed Estragon vanno verso di lui, piegati sul suo stomaco.) A me pare che si dovrebbe sentire il tic-tac.
Vladimir. Silenzio!

Tutti rimangono in ascolto, piegati in due.

Pozzo. Chi è di voi due che puzza così?
Estragon. A lui puzza il fiato, a me i piedi.
Pozzo. Devo andare.

Silenzio.

Estragon. Allora addio.
Pozzo. Addio.
Vladimir. Addio.
Pozzo. Addio.

Silenzio. Nessuno si muove.

Pozzo. Sembra che io non riesca a… (lunga esitazione) a partire.
Estragon. Così è la vita.

Pozzo si volta, si allontana da Lucky, dirigendosi verso le quinte, lasciando via via andare la corda.

Vladimir. Ha preso la direzione sbagliata.
Pozzo. Ho bisogno di una rincorsa. (Arrivato all’estremità della corda, cioè dietro le quinte, si ferma, si volta e grida.) Fate largo! (Estragon e Vladimir si dispongono sul fondo, guardando verso Pozzo. Schiocco della frusta.) Avanti! Avanti!
Estragon. Avanti!
Vladimir. Avanti!

Lucky si mette in moto.

Pozzo. Più veloce! (Esce dalle quinte, attraversa la scena preceduto da Lucky. Estragon e Vladimir sventolano i cappelli. Lucky esce.) Avanti! Avanti! (Un attimo prima di scomparire in quinta, si ferma e si volta. La corda si tende. Rumore di Lucky che cade.) Il seggiolino! (Vladimir va a prendere il seggiolino e lo dà a Pozzo, che lo getta verso Lucky.) Addio.
Estragon e Vladimir (salutando con la mano). Addio! Addio!
Pozzo. In piedi! Porco! (Rumore di Lucky che si rialza.) Avanti! (Esce.) Più veloce! Avanti! Addio! Porco! Va! Addio!

Lungo silenzio.

(…)

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