Tomba del tuffatore, lastra di copertura. Parco archeologico di Paestum
Il tuffatore di Paestum – Jame HarpurDipingi questo sarcofago di pietra
Con scene del mio convito funebre.
Raduna i miei compagni d’un tempo
E ponili sopra letti morbidi.
Fa’ che il vino sciolga loro la lingua
Carezza le carni dei loro efebi
Succhia a baci dai flutti melodie
Trai armonie pizzicando le lire.
Tutto mi son lasciato dietro.
Scorie di vino mi impastano la lingua
La musica fa stridere il silenzio
E pelle sulla pelle mi disgusta.
Dipingi tinte ricche e veritiere
Fa’ che la sensualità colori
Questo sepolcro gelido ed ascetico –
Ad eccezione dell’interno del coperchio:
Qui fai vedere l’oceano sconfinato
uno o due alberi con rami come felci
La sagoma di un trampolino;
Che tutto sia essenziale e delicato.
E raffigurami senza veste alcuna
Un’anima nuda in volo e rilucente
Che attraverso la mia vita sensibile
Si tuffa nelle acque dell’oblio.
Traduzione di Francesca Diano
Poesia n. 304, maggio 205. Crocetti Editore
James Harpur. Un moderno neoplatonico a cura di Francesca Diano
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