Mario Tozzi - Bagnanti, olio su tela cm 130 x 90
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un lettore, (1958) – Italo Calvino
Dopo tanto parlare di
tuffarsi, la signora scese con cautela da un gradino a fior d'acqua. Amedeo si buttò
di testa da una roccia più in alto del solito. Erano all'ora dell'ancora lento
inclinarsi del sole. Il mare era dorato. Nuotarono in quell'oro, un po' discosti:
Amedeo talora s'immergeva per qualche bracciata sott'acqua e si divertiva a
spaventare la signora passandole di sotto. Diciamo si divertiva: era roba da
bambini, si capisce, ma del resto, cosa c'era da fare? Il bagno in due era
leggermente più noioso che da soli; ma una differenza minima, comunque. Fuor
dei riflessi d'oro, l'acqua incupiva il suo azzurro, come da giù in fondo
affiorasse un'oscurità d'inchiostro. Era inutile, nulla eguagliava il sapore di
vita che è nei libri. Amedeo sorvolando certi scogli barbuti a mezz'acqua e
dirigendo lei spaventata (per farla montare su un isolotto le strinse le anche
e il petto, ma le sue mani a stare immerse erano diventate quasi insensibili,
coi polpastrelli bianchi e ondulati), volgeva sempre più spesso lo sguardo a
riva, dove spiccava la copertina colorata del volume. Non c'era altra storia,
altra attesa possibile oltre a quella che aveva lasciato in sospeso tra le
pagine dov'era il segnalibro, e tutto il resto era un intervallo vuoto.
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