dipinto di Eric Bowman
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un lettore, (1958) – Italo Calvino
La dolcezza del
contatto si sommava alla lettura e, per quel che riguarda Amedeo, la faceva più
completa; invece per la villeggiante doveva esser diverso, perché s'alzò, si
mise a sedere e disse:
- Ma...
Amedeo fu costretto
ad alzare il capo dal libro. La donna lo stava guardando, ed i suoi occhi erano
amari.
- Qualcosa che non
va? - lui chiese.
- Ma non si stanca
mai di leggere? - disse la donna. - Non si può dire che lei sia un tipo di
compagnia! Non sa che con le signore si deve fare conversazione? - soggiunse
con un mezzo sorriso che forse voleva essere solo ironico ma ad Amedeo, che in
quel momento avrebbe pagato chissà cosa per non staccarsi dal romanzo, apparve
addirittura minaccioso. «Cos'ho fatto, a mettermi qui!» pensò. Ormai era chiaro
che con quella donna al fianco non avrebbe più letto una riga. «Bisognerebbe
farle capire che s'è sbagliata, - pensò, - che sono il tipo meno adatto a fare
il cicisbeo da spiaggia, che sono un tipo a cui è meglio non dare nessuna
confidenza.» - Conversazione? - disse ad alta voce. - Conversazione come? - e
allungò una mano verso di lei. «Ecco, se ora le metto le mani addosso, lei si
sentirà certo offesa da una mossa così fuori luogo, magari mi darà uno schiaffo
e se ne andrà.» Ma, fosse un suo naturale riserbo, fosse un vagheggiamento
diverso, più dolce, quello che in realtà egli stava inseguendo, fatto sta che
la carezza, anziché brutale e provocatoria, fu timida, melanconica, quasi
supplichevole: le sfiorò il collo con le dita, sollevò una collanina che ella
aveva, e la lasciò ricadere. La risposta della donna consistette in una mossa
dapprima lenta, come rassegnata e un po' ironica - abbassò il mento di lato, a
trattenergli la mano -, poi rapida, come in un calcolato scatto aggressivo: gli
morsicò il dorso della mano. - Ahi! - fece Amedeo. Si staccarono.
- È così che fa conversazione,
lei? - disse la signora.
«Ecco, - ragionò
velocemente Amedeo, - questo mio modo di far conversazione non le piace, quindi
conversazione non se ne fa, e io leggo», e già s'era buttato su un nuovo
capoverso. Ma cercava d'ingannare se stesso: capiva bene che ormai si era
andati troppo in là, che tra lui e la signora abbronzata s'era creata una
tensione che non poteva più essere interrotta; capiva anche che era lui il primo
a non volerla interrompere, tanto non sarebbe più riuscito a tornare alla sola
tensione della lettura, tutta raccolta e interiore. Poteva, invece, cercare di
far sì che questa tensione esterna avesse per così dire un corso parallelo
all'altra, in modo da non dover rinunziare né alla signora né al libro.
Siccome la signora
s'era seduta appoggiando la schiena a uno scoglio, egli sedette al suo fianco e
le passò un braccio attorno alle spalle, tenendo il libro sulle ginocchia. Si
voltò verso di lei e la baciò. Si staccarono e si baciarono ancora. Poi lui
riabbassò il capo sul libro e riprese a leggere.
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