Joan Miro - Figure di notte guidate dalle tracce fosforescenti delle lumache
Romance della luna, luna – Federico Garcia
Lorca
a Conchita Garcia
Lorca
La luna
venne alla forgia
col suo
strascico di nardi.
Il
bimbo la guarda guarda.
Il
bimbo la sta guardando.
Nell’aria
rabbrividita
la luna
muove le braccia
e
mostra, lubrica e pura,
i seni
duri di stagno.
Fuggi
luna, luna, luna.
Ché se
vengono i gitani
faranno
con il tuo cuore
collane
e anelli bianchi.
Bimbo,
lascia che io balli.
Quando
verranno i gitani,
ti
vedranno sull’incudine
ed
avrai gli occhietti chiusi.
Fuggi
luna, luna, luna,
che già
li sento a cavallo.
Bimbo,
và, e non pestare
il mio
alone inamidato.
Il
cavaliere arrivava
sulla
piana col tamburo.
Il
bimbo dentro la forgia
restava
con gli occhi chiusi.
Per
l’oliveto venivano, i gitani.
Tenendo
la testa alta
e con
gli occhi mezzo chiusi.
Come
canta il succiacapre,
ahi
come canta sull’albero!
Nel
cielo passa la luna
tenendo
un bimbo per mano.
Piangono
dentro la forgia,
lanciando
grida, i gitani.
Il
vento la veglia, veglia.
Il
vento la sta vegliando.
da Federico Garcia Lorca, Nuda canta la notte, a cura di Valerio Nardoni
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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