opera di Victor Vasarely
Infinito – Arturo Graf
Come un antico, lacerato legno,
Che per ignoto mar, con dubbio evento,
Fugge dinanzi ai cavalloni e al vento
Ed al suo corso non può far ritegno;
Cosi, d’ansia ripieno e di sgomento,
Fugge pugnando il mio spossato ingegno
Via per il mar dell’infinito, e un segno
Indarno spia che il guidi a salvamento.
E già sopr’esso errando alla fortuna
Guizzar vid’io come brandite lame
Orrendi mostri dentro l’onda bruna;
E il fiotto udii delle travolte età,
E sotto cieli di corrusco rame
Tonar la voce dell’eternità.
Come un antico, lacerato legno,
Che per ignoto mar, con dubbio evento,
Fugge dinanzi ai cavalloni e al vento
Ed al suo corso non può far ritegno;
Cosi, d’ansia ripieno e di sgomento,
Fugge pugnando il mio spossato ingegno
Via per il mar dell’infinito, e un segno
Indarno spia che il guidi a salvamento.
E già sopr’esso errando alla fortuna
Guizzar vid’io come brandite lame
Orrendi mostri dentro l’onda bruna;
E il fiotto udii delle travolte età,
E sotto cieli di corrusco rame
Tonar la voce dell’eternità.
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