dipinto di Eric Bowman
Alfonso Gatto - Fummo l'erbaCerto, certo, la gloria ch'ebbe un fuoco
di gioventù rimesta tra le ceneri
il suo tizzo orgoglioso, ma noi teneri
di noi non fummo, né prendemmo a gioco
la vita come un'ultima scommessa.
Noi, di quegli anni facili, all'azzardo
delle fiorite preferimmo il cardo
selvatico, le spine. Dalla ressa
del giubilo scampati al nostro intento
d'essere sole e pietra, nelle mani
segnammo la tenacia del domani
da scavare nel tempo. Nello stento
d'essere soli per vederci insieme
nell'eguale costrutto, fummo l'erba
che alla pietra nutrita si riserba
il suo cespo bruciato. Dalle estreme
radici, nell'impervio ogni parola
salì di quanto a trattenerla c'era
l'ansia d'averla pura, seria, vera
nel segno da rimuovere la sola
vergogna d'esser detta.
Salvammo nell'asciutto, dagli inviti
della corrente, il carcere incantato,
la nostra sete che ci tenne uniti.
Per un grido da rompere, il creato
ancora è il suo costrutto ove s'ostina
l'asino, il cardo, il segno della spina.
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