1 giugno 2018

da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado

Fernando Botero - La sevillana
da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado

Il professor Josuè discendeva la strada in compagnia di João Fulgencio. Era l‘ora dell’aperitivo. Il bar rigurgitava di gente. Nacib in persona era costretto a servire. I clienti reclamavano dolci e salatini, l’arabo ripeteva le solite spiegazioni, bestemmiava contro la vecchia Filomena. Il russo Jacob, gocciolante di sudore, con i capelli rossi in disordine, voleva sapere del banchetto del giorno dopo:
- Non ti preoccupare, non sono mica una prostituta per mancare agli impegni.
Josuè, uomo di mondo, baciò la mano di Annabella. João Fulgencio, che non frequentava il cabaret, protestava contro la pudicizia di Diogenes:
- Ma che scandalo e scandalo, nessuno scandalo. È soltanto bigottismo di questo protestante...
Mundinho Falcão osservava la strada, aspettando il ritorno del capitano. Di tanto in tanto, egli e il dottore si scambiavano occhiate. Nacib seguiva le occhiate, l‘impazienza dell’esportatore. Non potevano ingannarlo: qualche cosa la stavano tramando. Il vento, che arrivava dal mare, trascinò via il parasole della donna lasciato aperto accanto al tavolo. Nhô Galo, Josuè, il dottore, colonnello Ribeirinho, si precipitarono per raccoglierlo. Soltanto Mundinho Falcão e il principe Sandra rimasero seduti. Ma chi lo riportò, fu il dottor Ezequiel Prado che stava arrivando, con occhi lucidi di desiderio.
- I miei omaggi, signora...
Gli occhi di Annabella, con lunghe ciglia nere, volavano dall‘uno all’altro, fermandosi su Ribeirinho.
- Persone davvero cortesi! - disse il principe Sandra.
Tonico Bastos, che arrivava dallo studio, si gettò fra le braccia di Mundinho Falcão con espressioni di amicizia:
- Carissimo, e Rio de Janeiro? Là sì, che si vive!
Con lo sguardo avvolgeva Annabella, sguardo da conquistatore, dell’uomo irresistibile della città.
- Chi mi presenta alla signora? - chiese.
Nhô Galo e il dottore sedettero a un tavolo di scacchi. Ad un altro tavolo, qualcuno raccontava a Nacib le virtù di una cuoca. La salsa come la faceva lei non s’era mai vista... Solo che risiedeva a Recife, con la famiglia Coutinho, pernambucani importanti.
- E a che diavolo mi serve?
(…)

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