Peter Paul Rubens - Achille scoperto da Ulisse e Diomede olio su tela, museo del Prado, Madrid
da Achille in Sciro – Pietro Metastasio
Achille
Ove son? che ascoltai?
Mi sento in fronte
Le chiome sollevar! Qual
nebbia i lumi
Offuscando mi va? Che
fiamma è questa,
Onde sento avvamparmi?
Ah! frenar non mi posso:
all'armi! all'armi! (s'incammina furioso, e poi si
ferma, avvedendosi
d'avere in mano la cetra)
Ulisse
Guardalo. (piano ad Arcade)
Achille
E questa cetra
Dunque è l'arme
d'Achille? Ah! no; la sorte
Altre n'offre, e più degne.
A terra, a terra,
Vile stromento! (getta la cetra e va all'armi, portate co'
doni di Ulisse)
All'onorato incarco
Dello scudo pesante
Torni il braccio
avvilito: (imbraccia lo scudo) in
questa mano
Lampeggi il ferro. (impugna la spada) Ah! ricomincio adesso
A ravvisar me stesso.
Ah, fossi a fronte
A mille squadre e mille!
Ulisse
E qual sarà, se non è
questo, Achille? (palesandosi)
Achille
Numi! Ulisse, che dici?
Ulisse
Anima grande,
Prole de'numi, invitto
Achille, al fine
Lascia che al sen ti
stringa. Eh! non è tempo
Di finger più. Sì, tu la
speme sei,
Tu l'onor della Grecia,
Tu dell'Asia il terror.
Perché reprimi
Gl'impeti generosi
Del magnanimo cor? Son
di te degni:
Secondali, signor. Lo
so, lo veggo,
Raffrenar non ti puoi.
Vieni: io ti guido
Alle palme, a'trofei. La
Grecia armata
Non aspetta che te.
L'Asia nemica
Non trema che al tuo
nome. Andiam!
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