da “I segreti della tavola di Montalbano” – Stefania Campo
A Mazara del Vallo il commissario si ferma anche al bar di piazza Mokarta.
“‘Stammi a sentire’ suggerì Valente. ‘Io lo so che mia moglie non sa fare il caffè. A trecento metri da qui c’è piazza Mokarta, t’assetti al bar e te ne bevi uno buono’. (…) Non ordinò subito il caffè, prima si dedicò a un sostanzioso e profumato piatto di pasta al forno che lo sollevò dalla cupezza in cui l’aveva sprofondato l’arte culinaria della signora Giulia. Quando Rahman arrivò, Montalbano aveva fatto sparire le tracce della pasta e aveva davanti solo un’innocente tazzina di caffè vacante”.
(Il cane di terracotta)
A Mazara del Vallo il commissario si ferma anche al bar di piazza Mokarta.
“‘Stammi a sentire’ suggerì Valente. ‘Io lo so che mia moglie non sa fare il caffè. A trecento metri da qui c’è piazza Mokarta, t’assetti al bar e te ne bevi uno buono’. (…) Non ordinò subito il caffè, prima si dedicò a un sostanzioso e profumato piatto di pasta al forno che lo sollevò dalla cupezza in cui l’aveva sprofondato l’arte culinaria della signora Giulia. Quando Rahman arrivò, Montalbano aveva fatto sparire le tracce della pasta e aveva davanti solo un’innocente tazzina di caffè vacante”.
(Il cane di terracotta)
Nessun commento:
Posta un commento