Ci
avviciniamo alla scarpata della ferrovia dietro a cui sono trincerati i russi.
Col mio plotone stringo verso il centro. Trovo il sergente Minelli del plotone
di Moscioni; perde sangue da varie ferite leggere alla testa e alle braccia; ma
ha le gambe fracassate da un colpo anticarro. Si lamenta e piange: – El me
s’cet, – dice, – el mes’cet-. Gli faccio coraggio come posso. – Non sei grave, –
gli dico. – Animo Minelli, dietro vi sono i portaferiti, ti verranno a prendere
–. So che mentisco, chissà dove diavolo saranno i portaferiti. Forse lassù a
vedere come andrà. Ma Minelli mi crede. Mi saluta, mi sorride anche tra le
lacrime. Io vorrei fermarmi con lui ma non posso, i miei uomini mi aspettano
alla scarpata e Antonelli mi chiama. Minelli riprende a dire: – Il mio bambino,
il mio bambino –. E piange.
Spariamo
dall’orlo della scarpata; Moscioni ha imbracciato il mitragliatore e spara;
spariamo anche con la pesante a dei russi che si ritirano. Ora, qui dietro, possiamo
un po’ tirare il fiato; ma siamo in pochi. Guardando per dove siamo scesi si
vedono tante macchie nere sulla neve. Ma so anche che nella mia compagnia ve ne
sono che si son finti morti per non venire all’assalto. Ora bisogna uscire dal
nostro riparo. Inastiamo la baionetta. Il capitano controlla il funzionamento
del suo mitra russo, soffia nella canna e poi mi guarda: – Corajo paese, – mi
dice, – la xe l’ultima –. Ci dà gli ordini: – Tu, Rigoni, vai con i tuoi uomini
per quella strada. Tu, – dice poi a Moscioni, – vai in un primo tempo con
Rigoni e poi gira a sinistra all’altezza di quell’isba. Pendoli, con il plotone
comando, e Artico con il secondo e il terzo vengono con me. Andiamo –.
Scavalchiamo la ferrovia, siamo accolti da qualche raffica ma ci buttiamo giù
per l’altro versante. Io non incontro molta resistenza, il capitano coi suoi due
plotoni ne incontra di più ma poi cedono anche quelli. Alla mia destra noto dei
russi vestiti di bianco ma non me ne curo e continuo ad andare avanti. Ora
spara anche la nostra artiglieria; vedo russi che corrono attraverso la piazza
del paese.
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