Ma
nel 1917 il partito bolscevico nel suo insieme condivideva il punto di vista che
sette anni più tardi verrà detto trozkista. Esso considerava la rivoluzione
russa come momento e parte costitutiva,
anzi come la forza motrice stessa della rivoluzione mondiale. Così si
chiarisce il ruolo dirigente determinante svolto da Trockij nella rivoluzione
del 1917. La sua personale genialità, il suo talento di dirigente, il suo senso
strategico e la sua abilità tattica l’hanno aiutato ad assumere questo ruolo,
ma in definitiva non hanno fatto altro che esprimere più chiaramente questa
armonia sostanziale senza la quale queste qualità non avrebbero avuto più peso
di quanto ebbero nel 1923 o nel 1927 nel corso immediato degli avvenimenti,
cioè molto poco.
Tutti
i testi, tutte le dichiarazioni, tutti i dibattiti mostrano che nel 1917 tutti
i dirigenti bolscevichi davano alla rivoluzione in Russia questa dimensione
internazionale. È per questo motivo che la discussione sulla pace di
Brest-Litvosk suscita dal 1918 un dibattito, una polemica così violenta da
sconvolgere ogni cosa a proposito di un solo ed unico problema: è la guerra
rivoluzionaria o la sottoscrizione del trattato e la pace che garantisce un rapporto
migliore tra la rivoluzione russa e la rivoluzione mondiale? Alla riunione del
comitato centrale dell’11 gennaio 1918 Lenin dichiara, ad esempio:
Esiste
in occidente un movimento di massa, ma la rivoluzione non èn ancora iniziata.
Tuttavia se in virtù di questo noi cambiamo tattica, noi diverremo dei traditori della causa del
socialismo internazionale […]. Se crediamo che il movimento tedesco possa
svilupparsi immediatamente nel caso di una rottura delle trattative, noi
dobbiamo sacrificarci, essendo scontato che la rivoluzione tedesca sarà di una
violenza superiore alla nostra. Ma l’essenziale è che là il movimento non è
ancora iniziato, mentre da noi ha già dato vita ad un nuovo stato nato dalla
voce acuta.
Nella
stessa riunione il comunista di sinistra Oppokov giustifica la guerra
rivoluzionaria con la dichiarazione : “ È proprio il nostro soffocamento che
potrà far scoppiare la rivoluzione in occidente. Dzerzinskij aggiunge: “Noi,
per quanto ci riguarda, dobbiamo dare all’occidente appoggio mediante la nostra
forza”. Seguieiev (Artion) precisa: “Tutti
gli oratori sono d’accordo sul fatto che la nostra repubblica socialista è
minacciata di morte se la rivoluzione socialista tarda a scoppiare in occidente”.
Egli ritiene che questa rivoluzione possa da potenziale divenire una forza
certa ci vuole del tempo e che per guadagnare questo tempo occorre siglare la
pace. Tutte le posizioni, le divergenze più estreme partono da questo punto
comune: il rapporto stretto, vitale che lega la rivoluzione russa alla rivoluzione
europea. E quando Stalin e Zinov’ev sottovalutano questo rapporto, Lenin li
critica vivamente. Nessuno pensa in quel momento alla possibilità della
costruzione del “socialismo in un solo paese”.
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