G. Kratzenstein-Stub, Orfeo ed Euridice
Sonetti a Orfeo – Rainer Maria Rilke2
XXIII
Chiamami in quell’ora che più
di ogni altra incessante ti resiste:
vicina e supplichevole come il viso
dei cani, ma pronta a sfuggirti
quando pensi infine di afferrarla.
Tuo più di tutto è quel che ti si nega.
Siamo liberi noi. Noi destinati al commiato
dove credemmo di ricevere accoglienza.
Nostra è l’angoscia, il desiderio di fermarci,
noi per il vecchio talvolta troppo giovani
troppo vecchi per quello che non fu mai.
Ci legittima solo intonare la lode,
poiché noi siamo il ramo e la scure
e la dolcezza del rischio che matura
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