Antonio De Preda - Natura morta con frutta
da “Un filo d’olio” - Simonetta Agnello Hornby
la cotognata nelle formette di terracotta smaltata; la frutta e gli ortaggi conservati in burnìe, sott’olio o sotto spirito; la salsa di pomodoro imbottigliata e poi bollita; le pesche sciroppate. Anche la conservazione della frutta da consumare richiedeva un costante lavoro manuale. Nella calura, pere, pesche, susine, azzeruole, uva e fichi si deterioravano velocemente se lasciati nei cesti: bisognava dunque togliere i frutti avvermati o in parte ammuffiti e disporli in un solo strato su vassoi di legno coperti da vecchie tende di tulle, al riparo dalle mosche e dal sole; poi toccarli velocemente, uno per uno, per controllarne il grado di maturazione e togliere quelli che, ben maturi la mattina, nel frattempo erano diventati marci.
la cotognata nelle formette di terracotta smaltata; la frutta e gli ortaggi conservati in burnìe, sott’olio o sotto spirito; la salsa di pomodoro imbottigliata e poi bollita; le pesche sciroppate. Anche la conservazione della frutta da consumare richiedeva un costante lavoro manuale. Nella calura, pere, pesche, susine, azzeruole, uva e fichi si deterioravano velocemente se lasciati nei cesti: bisognava dunque togliere i frutti avvermati o in parte ammuffiti e disporli in un solo strato su vassoi di legno coperti da vecchie tende di tulle, al riparo dalle mosche e dal sole; poi toccarli velocemente, uno per uno, per controllarne il grado di maturazione e togliere quelli che, ben maturi la mattina, nel frattempo erano diventati marci.
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