opera di Michael & Inessa Garmash
La bellezza della sposa – dal Cantico dei Cantici
Lo Sposo
Bella, tutta
sei bella, amica mia,
non c'è difetto
in te.
Vieni con me
dal Libano, sposa mia,
vieni, vieni
dal Libano.
Scendi dalla
vetta dell'Amana,
dalle cime del
Senir e dell'Hermon,
dalle tane dei
leoni,
dai monti dei
leopardi.
Mi hai fatto
impazzire, sposa mia, sorella,
con un solo sguardo
mi hai fatto impazzire,
con una sola
perla del tuo collo.
Come è dolce il
tuo amore, sposa mia, sorella,
più inebriante
'del vino è il tuo amore
e la fragranza
del tuo profumo
il più soave
degli aromi.
Stillano miele
le tue labbra, sposa mia,
miele e latte
la tua lingua
e profumo del
Libano impregna le tue vesti.
Tu sei un
giardino recinto, sposa mia, sorella,
una sorgente
chiusa, una fonte sigillata.
I tuoi germogli
un orto di melograni,
di alberi con
frutti squisiti
di fiori di
Cipro, di nardo,
nardo e croco,
cannella e cinnamomo,
di tutti gli
alberi d'incenso,
di mirra e
d'aloè
con gli aromi
più delicati.
Una fontana di
giardino,
una polla
d'acqua viva,
un ruscello che
scende dal Libano.
La Sposa
Levati
aquilone, vieni austro,
spira nel mio
giardino,
cola il tuo
balsamo.
Entri il mio
amore nel suo giardino
a gustare la
delizia dei suoi frutti.
Dal
Canto dei Cantici, in Carlo Cappucci, Canzoniere dell’amore coniugale,
Edizioni Cappelli
Nessun commento:
Posta un commento