7 settembre 2017

Andrej Sinjavskij - Aveva diciott'anni

opera di Michael e Inessa Garmash
Andrej Sinjavskij - Aveva diciott'anni
 
Aveva diciottanni. A tutti diceva di no.
Invano i ragazzi s’innamoravano di lei.
Non donava un sorriso, non amava nessuno,
E guardava sempre tutti con disprezzo.

(E così, a forza di guardare…)

Ma una volta, a un ballo, con passi misurati,
Le si accostò un ragazzo vestito come si deve,
Un tipo superstizioso del mondo della mala,
Le fece un inchino e la trascinò in un tango.

E la bella Nina, la figlia del procuratore,
Cadde completamente in sua balia;
Coi suoi occhi esperti il ladro la studiava
Senza abbassar lo sguardo come un asso di briscola.

Che fuoco s’era acceso, e che dolcezza!
Giacché l’amore del ladro è breve, ma intenso.
Non vuole niente, non desidera niente,
Solo il corpo della bella, solo un po’ di vodka.

Ma la sorte del bandito è rapida a mutare:
Ora in prigione, ora libero, ora in un lager….
E un bel martedì il nostro superstizioso
Si fece beccare alla stazione, e con lui la ragazza.

Ecco alla tavola rossa, nella sala fumosa,
Beve acqua il procuratore, un bicchiere dopo l’altro.
E sulla nera panca sta sua figlia Nina
E con lei un furfante mai visto prima.

Se ne andò via in silenzio, altera come sempre;
Quando il bandito chiese di salutare sua moglie,
E le loro labbra si fusero in un unico bacio,
Solo il padre-procuratore aveva una lacrima agli occhi

Traduzione dal russo di Riccardo Gluckner

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