Opera di Steve Hanks
Lo stesso odore di tempo spettinato -
Inmaculada Mengibar
Lo
stesso odore di tempo spettinato.
Le
stessa strade, gli stessi semafori,
la
farmacia di fronte, il Caffè dei poeti
solitario
come l’aula che oggi mi ha parlato
di te
in letteratura. Ed è identico
l’ineffabile
tocco della notte sulle spalle
nude al
calore del mistero o del verso,
e il
modo in cui accorrono i portici ai miei occhi,
la
memoria di strade con coppiette lentissime,
mesi,
date, banchine, mattinate, che sfiorano
le
zagare di quelle notti
che mi
sanno ancora tutta loro.
Lo
stesso odore di tempo spettinato.
Va
affiorando una schiera dorata di lampioni
che fa
tremare una briciola
di buio
sulle tue labbra. E una bambina
si
scioglie in palpiti di là dei tuoi occhi
mentre
tu ti intrattieni
a
slacciare
la
paura.
Quanto
silenzio
che si
accumula
nel
breve spazio da una bocca a un’altra
fino a
fondare il bacio. Quanti anni
per
scoprire alla fine quanto lontano, si, quanto lontani
si
ritrovano sempre due corpi che si amano.
Tutto
quello che mai siamo riusciti a dirci
in
quella città d’autunno,
mi
parla
col tuo
accento di cose per sempre perdute.
E da
qualche luogo
forse
del disamore, o dell’oblio
di
quello che mi ha reso felice, forse, un tempo,
- le
tue mani, la tua pelle – mi giunge adesso
un
odore di zagare che mi avvolge e che bacia
dolcemente
i miei occhi, le mie labbra, un momento,
mentre
chiudo il balcone.
Traduzione
di Mariapia Lamberti. Da Poesia, n. 63, giugno 1993
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