Alfons Siber: Risveglio di primavera
Retorica per una passeggiata in spiaggia –
José Luis Rendulles
La mia gioventù, un volto accanto al mare
che non è il mio volto, ma il suo sorriso
è il mio sorriso.
Antonio Gamoneda
L’inizio
di una poesia può esser
semplice
come questo. Due adolescenti
che
camminano come si cammina solo all’inizio
di una
storia. Lo scenario una spiaggia
con
l’imbrunire e la città sullo sfondo.
Dare
altri particolari
- imbruniva la lucentezza dei loro occhi,
si radunavano tesi i gabbiani -
sarebbe
un mero esercizio di retorica
che
potrebbe rovinare questo inizio.
La loro
conversazione un accumularsi di frasi vuote
per
evitare l’aleggiare del silenzio tra i loro corpi,
per cui
ella non giunse a sapere
tutto
quel che gli occhi di lui stavano gridando
in
quella spiaggia solitaria, ed egli
- timido, insicuro -
ospitò
il dubbio
se quel
giorno il brillare degli occhi di lei
gli
diceva le stesse cose o se, emulando il mare,
e il
brillare dei propri.
Ogni
passeggiata, ogni storia
ha un
finale, questa non sfocia in nulla:
invecchiarono
insieme per brevi istanti
e la
sabbia raccolse le orme di entrambi
fino
alla successiva marea,
per il
resto della vita li separò
e a
stento tornarono a vedersi.
Raccontare
che egli rimase con il dubbio
come un
ospite rumoroso e molesto, e descrivere
tutte
le volte che tornò a passeggiare
pur in
sua assenza con lei
e su quella spiaggia,
sarebbe
un mero esercizio di retorica
che
potrebbe rovinare questo ipotetico finale,
anche
se fosse vero.
Alcune
storie hanno un seguito
e
questa è una di esse.
Si videro di nuovo
sotto
le luci multicolori di un pub di moda
al
suono di una musica insistente e monocorde,
egli
accumulò frasi vuote e finì
per
dirle tutto quel che i suoi occhi avevano gridato,
anni
addietro, su quella spiaggia solitaria.
Ma era
trascorso il tempo
e non
c’erano più stelle
né gabbiani
e il
sottofondo insistente e monocorde
in
nulla poteva sostituire il mormorio suicida dell’oceano.
Così
glielo disse,
e un
sorriso
affiorò
sulle labbra di lei,
“eravamo così giovani…” sussurrò,
e i
suoi occhi
per brevi istanti
rifletterono
di nuovo quel mare, così lontano ormai.
Ma
l’immagine si alzò come un’onda
e come
un’onda disparve.
traduzione di Giulia Canali
da “Poesia”, n. 160, aprile 2002
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