Tramonto sul fiume Niger - da liceoberchet.it
Niger - Yvon Le Men Niger I
Teso tra il cielo e l’acqua
il pescatore segna il tempo
della traversata
con il remo ed il corpo insieme.
Seduti tra il cielo e l’acqua
ci allontaniamo dalla città
ci avviciniamo al silenzio.
Malgrado il colore della terra
stiamo come sulla Manica
E come il mare, il fiume salva il paese.
Se fossi nato a Bamako
ogni giorno ritornerei sul fiume
ad osservare da lontano
il troppo vicino degli uomini
che, se non sorrideranno, piangeranno di rabbia
Niger II
Dall’altro lato del fiume
come dall’altro lato del mare
c’è un paese dove vivono
dall’altro lato delle nostre vite
degli uomini che ci somigliano.
Una volta
abitavano nei libri illustrati
e nelle nostre paure
come per la mia vicina
la vecchia Maria che parlava solo bretone
la loro lingua era piema di suoni
e mancava di parole.
Non si diceva all’epoca
che la vecchia Maria farfugliava
conversava con pane e vino nella bocca
come se questo fosse possibile
non si riassumevano le molteplici lingue dell’Africa
nella sola espressione piccolo negro
come se tutti i neri fossero bambini.
Dall’altra parte del fiume
vive la famiglia del bozo
del pescatore che con la sua piroga ce lo fa attraversare
e tra il bambara il francese e il sorriso
noi navighiamo.
Discutiamo
della bellezza del Niger in cui si bagnano i fanciulli
i cui occhi ci riempiono di gioia
da dove sorgono gli uccelli
i cui voli gialli e blu ci riempieno di luce.
Le immagini precedono le parole
gli occhi precedono le immagini
lo sguardo è la prima lingua di tutte le lingue.
Dall’altro lato del fiume
dietro le canne
sallontatno sagome blu
è una donna che porta un bacile sulla testa
come una corona
è un uomo che conduce la sua mandria
come il pastore in un vecchio poema Peul.
Non c’è niente qui che ricorda il secolo
se non ci fossero i cigolii di una mobylette
e l’inglese di una frase cucita su di una T-shirt di contrabbando
Ma tra il fiume ed il villaggio
il cammino dell’acqua è interrotto
Niger III
Per strada
ho seguito il poema di Senghor
Donna nuda donna nera
fino a vedere spegnersi il giallo
ed in mezzo al verde
sorgere il blu
sotto il blu del cielo.
In riva al fiume
ho guardato le donne preparare gli aggettivi
che si trovano nel poema di Senghor
è un lavoro più duro
prepararli
che scrivere il poema
perché l’aggettivo giallo
resista
bisogna battere la tela contro l’acqua del fiume
mettercisi con tutto il corpo
anche se il cuore non segue.
Cosa sognano le ragazze
le cui braccia si spossano a battere il giallo contro il grigio del fiume
a cosa pensa questa ragazza
la cui schiema serve da capanna per il figlio
e che si spossa a battere il verde sotto il blu del cielo?
Ho attraverssato il mare ed il deserto
l’acqua la sabbia e la mancanza d’acqua
per seguire nelle strade il poema di Senghor.
È ai piedi delle vigne
che il vino scoppia.
Traduzione: Giancarlo Cavallo
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