foto Fabryka Obrazu - da: passatopresente.blog.rai.it
Fine del libro - Kajetan Kovič A un giovane poeta
Caro amico,
quanto diversa può essere
una vecchia cucina
dove un gruppo di poeti
fraternizzava bevendo allegramente.
Sono solo,
le falene volano intorno alla lampada,
scrivo capitoli dalla genesi,
nella stanza accanto
dorme mia madre
vecchia come la Sibilla
e anch’io mi porto dietro
un bel gruzzolo di anni.
È temporale,
vento e pioggia,
e tu sei lontano, chissà dove,
bello e giovane,
pronto a sfidare
a cuor leggero tutte le sorti
e a ripetere tutti gli errori
dei vecchi poeti.
Non ti hanno insegnato nulla
i lamenti di Ovidio,
né i reticolati della Siberia,
né il nero corvo sul campo,
né la morte che ci aspetta
davanti a Cordoba,
e neanche questa lettera
ti toccherà sul vivo.
Dovrai andare da solo
per vie anguste e insidiose.
Da solo sperimentare
i veleni e i balsami.
E da solo siederai prima o poi
in una vecchia cucina
a calcolare il guadagno e la perdita,
lambiccandoti il cervello come io adesso
se alla fine del libro
bisogna scrivere
Mai più
o
Ancora.
Traduzione: Jolka Milič
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