15 novembre 2018

da “Gli amori difficili”. L'avventura di un lettore, (1958) – Italo Calvino

                                                        dipinto di Fernando De Szyszlo
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un lettore, (1958) – Italo Calvino

Il sole batteva forte, lo scoglio scottava e Amedeo dopo un poco si sentiva una cosa sola con lo scoglio. Arrivava alla fine del capitolo, chiudeva il libro mettendo il foglietto pubblicitario per segno, si levava il berretto di tela e gli occhiali, s'alzava in piedi mezzo intontito, e a gran salti andava fin sulla punta estrema dello scoglio, dove un gruppo di ragazzetti a tutte le ore continuavano a tuffarsi e arrampicarsi. Amedeo si metteva ritto su un gradino a picco sul mare, non troppo alto, un paio di metri dall'acqua, contemplava con occhi ancor abbagliati la trasparenza luminosa sotto di lui, e tutt'a un tratto si buttava. Il suo tuffo era sempre uguale, a pesce, abbastanza corretto, ma con una certa rigidezza. Il passaggio dall'aria assolata all'acqua tiepida sarebbe stato quasi inavvertibile, se non fosse stato improvviso. Non riemergeva subito, amava nuotare sott'acqua, giù giù, quasi pancia a terra, fin che lo reggeva il fiato. Gli piaceva molto lo sforzo fisico, l'imporsi compiti difficili (per questo, il suo libro lo veniva a leggere sul capo, facendosi la salita in bicicletta, pedalando furiosamente sotto il sole meridiano): cercava ogni volta, nuotando sott'acqua, di raggiungere una parete di scogli che emergeva a un certo punto dalla sabbia del fondo, ricoperta d'una spessa brughiera d'erbe marine. Riemergeva tra quelle rocce e nuotava un po’ in giro; cominciava a «battere il crawl» con metodo, ma spendendoci più forze del necessario; presto, stanco di stare a muso nell'acqua come cieco, passava a una bracciata più libera, «alla marinara»; la vista gli dava più soddisfazione del movimento, e di lì a poco dalla «marinara» passava a una nuotata sul dorso, sempre più irregolare e interrotta, finché non si fermava a fare il morto. Così andava voltandosi e rivoltandosi in quel mare come in un letto senza sponde, e ora si poneva l'obiettivo d'un isolotto da raggiungere, ora d'un certo numero di bracciate, e non aveva pace finché non aveva smaltito questo compito; un po'"indugiava pigramente, un po' si dirigeva al largo preso dal desiderio di non aver attorno altro che il cielo e l'acqua, un po' si riaccostava agli scogli seminati attorno al capo per non perdere nessuno dei possibili itinerari di quel piccolo arcipelago. Ma, nuotando, s'accorgeva che la curiosità che andava prendendo più posto in lui era quella di sapere il seguito - mettiamo - della storia di Albertine. L'avrebbe ritrovata o no, Marcel? Nuotava furiosamente o faceva il morto, ma il suo cuore era tra le pagine del libro lasciato a riva. Ecco che riguadagnava a rapide bracciate il suo scoglio, cercava il punto dove arrampicarsi, ecco che quasi senz'accorgersene si trovava già lassù, a strofinarsi sulle spalle l'asciugamano a spugna. Ricalcava in testa il berrettino di tela, si risdraiava al sole, e aveva cominciato il nuovo capitolo.

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