Mese di bandiere,
mese secco, mese
bagnato,
con quindici giorni verdi,
con quindici giorni rossi,
a metà
ti esce fumo
dal tetto,
poi
apri d’improvviso le finestre,
mese un cui spunta al sole
il fiore dell’inverno
e bagna una volta di più
la sua piccola
corolla temeraria,
mese attraversato da mille
frecce di pioggia
e da mille
lance di sole bruciante,
settembre,
perché balli,
la terra
mette sotto i tuoi piedi
il festival d’erba
dei sui pascoli,
e nella tua testa
un arcobaleno pazzo,
un nastro celeste
di chitarra.
Balla, settembre, balla
con i piedi della patria,
canta, settembre, canta
con la voce
dei poveri:
altri
mesi
sono lunghi
e nudi,
altri
sono gialli,
altri vanno a cavallo verso la guerra,
tu, settembre,
sei un vento, un rapimento,
una nave di vino.
Balla,
nelle strade,
scendi
con il mio popolo,
scendi con il Cile, con
la primavera,
coronati
di pampini copiosi
e di pesce fritto.
mese secco, mese
bagnato,
con quindici giorni verdi,
con quindici giorni rossi,
a metà
ti esce fumo
dal tetto,
poi
apri d’improvviso le finestre,
mese un cui spunta al sole
il fiore dell’inverno
e bagna una volta di più
la sua piccola
corolla temeraria,
mese attraversato da mille
frecce di pioggia
e da mille
lance di sole bruciante,
settembre,
perché balli,
la terra
mette sotto i tuoi piedi
il festival d’erba
dei sui pascoli,
e nella tua testa
un arcobaleno pazzo,
un nastro celeste
di chitarra.
Balla, settembre, balla
con i piedi della patria,
canta, settembre, canta
con la voce
dei poveri:
altri
mesi
sono lunghi
e nudi,
altri
sono gialli,
altri vanno a cavallo verso la guerra,
tu, settembre,
sei un vento, un rapimento,
una nave di vino.
Balla,
nelle strade,
scendi
con il mio popolo,
scendi con il Cile, con
la primavera,
coronati
di pampini copiosi
e di pesce fritto.
Togli dalla cassapanca
le tue
bandiere
scompigliate,
togli dal tuo suburbio
una camicia,
dalla tua miniera
vestita a lutto
un paio
di rose,
dal tuo abbandono
una canzone fiorita,
dal tuo petto che lotta
una chitarra,
e il resto
il sole,
il cielo puro
della primavera,
la patria lo anticipa
perché qualcosa
ti suoni nelle tasche:
la speranza.
le tue
bandiere
scompigliate,
togli dal tuo suburbio
una camicia,
dalla tua miniera
vestita a lutto
un paio
di rose,
dal tuo abbandono
una canzone fiorita,
dal tuo petto che lotta
una chitarra,
e il resto
il sole,
il cielo puro
della primavera,
la patria lo anticipa
perché qualcosa
ti suoni nelle tasche:
la speranza.
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